Il “Popolo della famiglia” dice no all’approvazione del disegno di legge “Zan”. La presa di posizione è di Elena Di Pietra che critica il provvedimento: «Mira a punire gli atti di discriminazione e le violenze determinati da motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità, e l’istigazione a commetterli con sanzioni molto severe (tra cui la reclusione fino a sei anni), ma mette a rischio il diritto alla libertà di pensiero, alla libertà religiosa e alla libertà educativa dei genitori».
Il Ddl “Zan” ha suscitato non poche polemiche, anche perché istituisce per il 17 maggio la Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, «al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e le violenze motivati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere». Per la Di Pietra il Ddl «mette a repentaglio i diritti delle donne che formalmente intende tutelare e ignora le osservazioni di tanti gay e lesbiche che non si riconoscono nelle battaglie portate avanti dalla comunità lgbt, ma è importante approfondire ogni singolo aspetto per capire la reale portata di questo provvedimento».
L’approvazione del Ddl è sostenuta da diversi personaggi pubblici. «Questa legge è anche scritta male in quanto mescola in un elenco improprio soggetti e istanze molto diversi: dagli orientamenti sessuali alla disabilità, dal sesso all’identità di genere», dice la Di Pietra, pronta a ribadire che il Ddl è «la negazione del pluralismo».