La vicenda delle pecore ammazzate dai cani a Castelvetrano ha i suoi strascichi burocratici. Il Commissario straordinario Salvatore Caccamo ha firmato un’ordinanza con la quale Filippo Martino, proprietario di un allevamento in contrada Furonello Sant’Antonio dovrà interrare nel proprio terreno le 19 carcasse ovine.

In tutto sono, comunque, 27 le pecore morte che i veterinari dell’Asp Trapani hanno accertato nell’azienda del signor Filippo Martino, «la cui causa mortis è da attribuire ad aggressione di cani randagi», scrivono i veterinari. Ma altre 20 pecore sono state uccise dal branco di cani randagi nell’azienda del fratello, Salvatore Martino.

Il caso lo sta seguendo la Polizia Municipale di Castelvetrano. Al signor Filippo Martino è stato ordinato, altresì, di non poter utilizzare per coltivazioni agricole, per almeno cinque anni il terreno dove verranno seppellite le carcasse. «Attualmente abbiamo spostato il gregge in un ovile vicino di amici – spiega Vania Martino, figlia di Filippo – ma è solo una soluzione temporanea. Il danno è stato consistente, perché bisogna mettere in conto anche i numerosi agnelli dispersi e le altre pecore ferite. Quello che chiediamo è la collaborazione delle istituzioni affinché individuino il branco di cani e li catturino».

In merito a questa vicenda, la nostra Redazione ha interpellato anche il Prof. Mario Lo Valvo, docente presso Università di Palermo (clicca qui per leggere l’intervista)

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