Non si placano polemiche e prese di posizione sulla questione della diga Trinità di Castelvetrano: il Ministero delle infrastrutture ha imposto la “messa fuori servizio” dell’invaso, con la riduzione graduale dei livelli d’acqua a 50, 52 e 54 metri perché la Regione non ha messo in atto interventi di messa in sicurezza. Sul caso sono intervenuti Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Trapani. «L’inconcludenza della politica, accompagnata dall’inerzia della macchina burocratica della Regione Siciliana, ha prodotto l’ennesimo risultato osceno a discapito dell’agricoltura e del territorio Trapanese. Siamo pronti a intraprendere ogni azione necessaria affinché venga fatta giustizia nei confronti di una provincia e di un settore lungamente martoriati dall’incapacità di chi è preposto ad amministrare strumenti, come quello di un bacino idrico, il cui corretto utilizzo dovrebbero produrre sviluppo e benessere», hanno scritto i segretari generali Giovanni Di Dia, Franco Nuccio e Leonardo Falco.

I tre segretari scrivono: «Da anni – affermano – chiedevamo incessantemente, a gran voce, il collaudo della Diga di Castelvetrano. Da anni chiedevamo di salvaguardare le acque piovane lì accumulate per essere utilizzate per l’irrigazione dei campi. Da anni chiedevamo l’ammodernamento e la valorizzazione della struttura che potenzialmente poteva contenere fino a 18 milioni di metri cubi di acqua. In questi lunghi anni abbiamo ricevuto come risposta da parte della politica in generale solo un silenzio assordante, che adesso consegna alla storia una diga chiusa e una prospettiva futura pari allo zero per l’agricoltura trapanese. Le conseguenze di un nuovo colpo inferto al settore agricolo sono facili da intuire, perdita di reddito per le aziende e perdita di posti di lavoro per gli addetti del comparto».

Sul caso della diga è intervenuta anche Coldiretti che spiega come «trovare una soluzione adeguata che possa garantire l’uso delle risorse idriche dev’essere una priorità perché non si può aspettare la pioggia per poi buttarla». E da Coldiretti Sicilia aggiungono: «Questo deve essere fatto in tempi celeri e non aspettare anni».

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