Territorio

Diga Trinità e agricoltura in crisi, Blunda: «Politici dove siete? Che fate?»

«Politici dove siete? Che fate?». Ha tutto il sapore della provocazione trasudato dalla disperazione che il comparto sta vivendo, le domande che dal proprio profilo Facebook pone Valentina Blunda, avvocato di professione, proprietaria terriera e da pochi anni alla guida della cooperativa “Sicily Food Belìce Valley”. La progressiva riduzione del livello d’acqua della diga Trinità di Castelvetrano deciso dal Ministero delle infrastrutture perché la Regione è stata inadempiente, sta preoccupando seriamente tutti gli agricoltori del comparto. Perché, così stando le cose, dalla Trinità non si potrà utilizzare neanche un litro d’acqua per irrigare e i livelli del lago Arancio e della diga Garcia non consentiranno di fornire enormi quantitativi d’acqua per l’agricoltura. Il rischio che incombe è, dunque, la siccità per la prossima estate. Quello che sta succedendo alla diga Trinità è un paradosso: «Non è stata manutenuta dalla Regione Sicilia che è l’ente gestore e ciò, nonostante il Ministero delle Infrastrutture abbia stanziato i fondi necessari sin dal 2018», scrive la Blunda.

Colture a secco, agricoltori che elemosinano l’acqua e l’incertezza economica come tema che predomina e che rischia di cambiare il panorama agricolo: a posto delle colture pannelli fotovoltaici e pale eoliche. «La presenza di multinazionali di energia alternativa, intanto, impazza sia nella Valle del Belice che in tutta la Sicilia. Pagano bene i terreni che stanno diventando aridi e improduttivi per mancanza della risorsa idrica», commenta la Blunda che si interroga: «Chi come me e quaranta soci che hanno fondato la cooperativa, scommettendo su questo territorio faremo la fine di don Chisciotte o l’abbiamo già fatta?».

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Max Firreri