Dopo che CastelvetranoSelinunte.it ha pubblicato la notizia con tutti i particolari contenuti nella lettera del Ministero che, di fatto, mette fuori servizio la diga Trinità di Castelvetrano, si sono registrate le prime reazioni della politica a quanto è avvenuto. «Perché la Regione non ha fornito gli elementi richiesti dal ministero? Chi deve rispondere di questa grave negligenza?», sono gli interrogativi che si è posto il deputato regionale Pd Dario Safina. «Quanto avvenuto rappresenta un colpo durissimo per il nostro territorio – ha detto Safina – è inconcepibile che, nonostante l’arrivo della stagione delle piogge, si continui a ignorare l’importanza di questa infrastruttura strategica per la nostra agricoltura e vitivinicoltura». E il deputato dem aggiunge: «Già dallo scorso luglio si sapeva che la diga non era pronta, eppure nulla è stato fatto. Né interventi concreti né risorse sono mai state stanziate per mettere in sicurezza la struttura. Questa grave mancanza di programmazione e attenzione rischia di lasciare migliaia di famiglie e aziende senza acqua, aggravando una crisi idrica che il nostro territorio non può più permettersi».

Dura presa di posizione anche del deputato regionale M5S Cristina Ciminnisi che ha depositato una richiesta di audizione urgente in Commissione «perché migliaia di ettari di vigne e olivi ed altre pregiate colture nel Belìce rischiano di rimanere a secco. La diga Trinità senza acqua vuol dire il tracollo di un pezzo importante della economia dell’intera provincia di Trapani», ha detto l’onorevole pentastellato. La Ciminnisi presenterà un’interrogazione urgente al Presidente della Regione e agli Assessori per i Servizi di pubblica utilità e all’Agricoltura. «Le paratie della diga – dice Ciminnisi – sono aperte da giorni e l’acqua delle ultime piogge, attese per placare la siccità, sembra siano state scaricate in mare. Il livello dell’acqua nell’invaso si sta abbassando ben al disotto dei limiti di sicurezza già imposti dall’Ufficio dighe del Ministero per le Infrastrutture. Tutto sembra convergere sulla ipotesi di “messa fuori esercizio” del bacino, e la crisi idrica ed economica dell’agricoltura del comprensorio rischia di tramutarsi in una bomba sociale».

Sulla questione interviene anche l’onorevole Nicola Catania, ex deputato regionale FdI che chiede al Presidente della Regione Renato Schifani la nomina di un commissario straordinario urgente «per ottemperare alle verifiche richieste dal Ministero». Catania, già sindaco di Partanna, spiega: «Mi sono interessato per ben due anni di fila della questione, riuscendo a recuperare in extremis a risolvere il problema prima che si verificasse di nuovo il dramma di non poter irrigare nella stagione primavera/estate. Oggi sono veramente rammaricato che tanti sforzi e impegni di tutti si siano vanificati, e questa volta con aggravanti quasi insuperabili».

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