Tito Livio, in questo caso, avrebbe avuto ragione: «Mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata». Non c’è migliore frase proverbiale che trae origine dello storico romano per descrivere quello che sta succedendo attorno al “caso” della diga Trinità. Perché se da qualche giorno la politica si è aperta gli occhi su cosa sta succedendo per l’invaso al servizio dell’agricoltura, dalla diga si sta scaricando a mare l’acqua accumulata. Da 62 metri sul livello del mare si dovrà ridurre il livello a 50-52-54 metri; ossia, secondo chi conosce bene la diga Trinità, quasi si arriverà al fondo, perché negli anni, per il mancato dragaggio, questo si è innalzato di molto. In soldoni, così stando le cose, non si potrà prendere l’acqua da dare al Consorzio di bonifica e, a sua volta, agli agricoltori.
La politica discute, si anima e ora c’è dice che bisogna correre ai ripari. E oggi, mentre alla Camera dei deputati l’onorevole Davide Faraone (Italia viva) ha interrogato il ministro alla protezione civile Nello Musumeci, CastelvetranoSelinunte.it ha documentato cosa sta succedendo alla diga. Il video è eloquente: sui bordi della diga sono evidenti i segni che il livello d’acqua è stato ridotto e da sotto la paratia esce un fiume d’acqua che viene sversata sul fiume Delìa che sfocia a mare a Mazara del Vallo. Quello che sta avvenendo è una riduzione graduale della quantità d’acqua che potrebbe far tenere le paratie aperte per almeno ancora 15 giorni.
«La chiusura della diga Trinità rischia di annientare le imprese d’olio e di vino che dipendono da essa: già l’anno scorso la loro produzione è diminuita del 40% per la riduzione dell’acqua – dice l’onorevole Faraone – che cosa succederà quando di acqua non ne avranno più?». Intanto il deputato regionale Dario Safina fa sapere che, insieme ad altri deputati, ha chiesto e ottenuto la convocazione di un’audizione straordinaria in Commissione agricoltura per martedì 28 gennaio. «L’obiettivo – dice l’onorevole Safina – è fare chiarezza sulle responsabilità e definire le azioni concrete necessarie per mettere in sicurezza la diga e ripristinare la sua piena operatività». E, intanto, l’acqua si continua a buttare a mare.