Sabato 15 marzo alle ore 11:15 si è svolto presso il liceo Classico “G. PANTALEO” un incontro dal titolo: “Lo Statuto Siciliano. Attualità e Validità”. Un momento interessante con il prof Massimo Costa Docente di economia aziendale presso l’università degli studi Palermo e cofondatore dell’associazione “Noi Siciliani Liberi”, il cui motto è: «Divulgare la conoscenza dello Statuto siciliano per risvegliare nel cuore di tutto il popolo, il sentimento di appartenenza a questa Terra di Sicilia».
Ad aprire la conferenza il preside Francesco Fiordaliso, coinvolgendo i presenti all’emozione di sentirsi e appartenere ad una identità, a quell’essere siciliani, di appartenere a una Terra da molto tempo martoriata, ma densa di Storia. L’evento è stato realizzato grazie all’idea del prof. Francesco Castrogiovanni docente di scienze naturali ma anche cultore di argomenti di carattere storico e sociale e alla grande disponibilità del preside. Hanno partecipato l’onorevole Sergio Tancredi deputato all’Assemblea Regionale Siciliana del M5S, presenti in Aula Magna anche altri deputati del M5S, ma il momento più considerevole è stato la Lectio Magistralis del prof. Massimo Costa.
Attraverso un tracciato storico ha ripercosso delle fasi in cui ha evidenziato che la vera storia della Sicilia non è stata mai veramente affrontata. Giovani, studenti e studentesse, attenti alla spiegazione di uno Statuto, pur essendo siciliani non è stato mai studiato nelle scuole, come invece si dovrebbe. Dalla spiegazione sono venute fuori delle contraddizioni storiche, per altro affermate da secoli. La Sicilia non è stata sempre terra di conquista, la Sicilia è stata una Terra con la sua identità di popolo, con le sue tradizioni e la sua cultura. Durante l’evento è stato presentato un documento dal titolo: “Introduzione allo studio dell’autonomia siciliana”, il prof. Costa ha cercato di sintetizzare Origine e Significato dello Statuto siciliano e della sua attualizzazione e rivalorizzazione.
Il prof Costa ha precisato che, storicamente l’Italia ha riconosciuto alla Sicilia una dignità di popolo, un’identità relativamente distinta dalle altre regioni. Per questo molte delle decisioni che sono decise a Roma, secondo lo Statuto dovrebbero essere decise in Sicilia stessa. Lo Statuto concesso nel 1946, una concessione tra l’altro molto sofferta dalla perdita di numerose vite che hanno lottato, per l’affermazione di tale Statuto. Oltre 150 anni fa la Sicilia si è unita con il resto d’Italia, la spedizione garibaldina e poi con il plebiscito, da lì a seguire la delusione che quest’unione si era trasformata in un colonialismo interno.
Il vero problema che lo Statuto Siciliano a sessantotto anni dalla sua applicazione non è stato mai attuato. Per la Sicilia e per i Siciliani l’applicazione di tale Statuto cambierebbe le sorti della nostra Terra. Uno degli aspetti principali sarebbe l’uso della leva fiscale e il decentramento dell’uso amministrativo. Potremmo avere in Sicilia molti più centri decisionali.
La nascita d‘impresa, che rappresenta l’aspetto lavoro, affronta una delle piaghe principali sociali, giovani senza lavoro! Senza trascurare un ulteriore aspetto molto considerevole, ossia un ordinamento tributario autonomo del tutto separato da quello Nazionale che comporterebbe una minore pressione fiscale, che favorirebbe la nascita di nuove imprese, dando maggiore autonomia alle imprese già esistenti. Pertanto, avremmo più lavoro e maggiore redditività di tutti i dipendenti.
È chiaro che tutto ciò significherebbe una maggiore aderenza dei servizi da parte della regione Sicilia, basti pensare a Trasporto pubblico, Scuole, Università, Sanità, Enti locali, Difesa e così via dicendo. Lo Statuto Siciliano è in sostanza lo strumento di autotutela di un popolo, ed evitare che sistematicamente la Sicilia continui a trasferire ricchezze al continente. L’auspicio che nelle nostre scuole si studi oltre alla conoscenza degli eventi a carattere Nazionale, anche la storia della Sicilia, la storia di un popolo che rivendica l’attuazione di uno Statuto che possa dare vigore alla Sicilia e ai siciliani. Dispiaciuto il prof Costa di non aver potuto avere un confronto con gli studenti presenti in aula per via del poco tempo a disposizione, forse un po’ più di spazio all’ospite non sarebbe stato male!
Mariella Pompei
AUTORE. Altre Fonti
FESTEGGIARE UNA RAPINA
Pier Carlo Boggio, deputato cavourriano nel 1859:
«Ogni anno il bilancio del Piemonte si chiude con un aumento del passivo… L’esercito da solo assorbe un terzo di tutta l’entrata… Il Piemonte accrebbe di 500 milioni il suo debito pubblico… il Piemonte falsò le basi normali del suo bilancio passivo. Ecco adunque il bivio: o la guerra o la bancarotta. La politica del Piemonte in questi anni sarà detta savia, generosa e forte, oppure improvvida, avventata o temeraria, secondochè avremo guerra o pace».
Vinsero, e solo nelle banche dei Borbone trovarono (e prelevarono) l’equivalente di 1.500 miliardi di euro.
Quante bugie si studiano sui libri di scuola!
Meglio la conoscenza dello starnuto siciliano.
Non è stato disapplicato dalla Corte costituzionale…che senso avrebbe studiarlo?