DON RINO GIUSEPPE RANDAZZODon Rino Giuseppe Randazzo é stato nominato nuovo Parroco dell’Unità Pastorale delle Parrocchie “Maria Ss. Annunziata – Maria SS. della Salute” di Castelvetrano. La nomina é stata annunciata dal vescovo di Mazara Mons. Mogavero.

Padre Rino prende il posto di Don Onesimo Kamau che dal 2013 dirigeva le due parrocchie; il nuovo parroco è nato a Partanna il 19 marzo 1974 ed è stato ordinato presbitero il 25 maggio 2002. La sua prima Messa é stata celebrata nella Parrocchia Santa Lucia nella Chiesa San Biagio in Partanna. È stato amministratore nella parrocchia Chiesa Madre di Partanna, dal 2002 al 2003. Dal 2004 al 2006 segretario del vescovo mons. Calogero La Piana. Dal novembre del 2006 fino a ottobre del 2015 ha svolto il suo ministero pastorale come Parroco Arciprete di Gibellina nella parrocchia San Nicolò di Bari.

Il nuovo parroco all’atto della sua nomina ha voluto indirizzare il seguente messaggio ai parrocchiani in attesa del suo ingresso solenne che con molta probabilità si svolgerà i primi giorni di ottobre:

Carissimi,

con trepidazione mi appresto a condividere con voi un tratto importante del mio cammino sacerdotale. Con gioia ho accettato la proposta di essere vostro parroco e con la preghiera mi sto preparando ad assumere questa missione.

Vengo tra voi col desiderio di servire questa nostra comunità raccogliendo con rispetto e gratitudine l’eredità dei sacerdoti che mi hanno preceduto col loro impegno pastorale nelle rispettive Parrocchia Maria SS. Annunziata e Parrocchia a Maria SS. Della Salute nel l’unità pastorale. Non so ancora con precisione cosa mi attende. Trovo però coraggio nell’aver già sperimentato che laddove non arriviamo per i nostri limiti, inizia l’aiuto del Signore.

Preparandomi al giorno dell’ingresso in Parrocchia ho ripreso in mano il rito dell’ordinazione sacerdotale. Mi ha colpito una frase che il Vescovo pronuncia alla consegna del pane e del vino: “Renditi conto di ciò che farai, imita ciò che celebrerai”. In altre parole: Ricordati! Dio ha messo nelle tue mani un dono più grande di te. Tu resterai un uomo. Potrai avere virtù e purtroppo anche difetti. Dovrai combattere anche tu per superare le tue debolezze umane, ma rimarrà sempre in te il segno indelebile della consacrazione che hai ricevuto. Attraverso di te e le tue povere mani Cristo si renderà presente. Non ti abituare mai a questo dono misterioso e grande: conservati umile e grato.

Vedete, la celebrazione dell’Eucaristia non è soltanto il dovere più sacro, è soprattutto il bisogno più profondo del prete. Perché lì, io, prete torno alla mia origine, lì torno al sacramento dal quale sono nato e dal quale sono nutrito. Lì, io, mi unisco a Colui che mi conosce personalmente, che mi ha chiamato per nome, che mi capisce come nessuno sa e può e che vede chiaro anche nei momenti bui della mia vita. Nell’Eucarestia porto la mia persona a contatto con Cristo perché sia sanata da Lui, santificata da Lui, perché Lui lasci in me le tracce della sua presenza ben oltre il rito.

Mi ha fatto bene ripensare a queste parole. Perché, al di là delle doti personali e delle modeste o rilevanti abilità pastorali, sono chiamato ad essere, anzitutto, tra voi l’uomo della Parola e dell’Eucarestia. Ma allo stesso tempo so che da questa intimità col Signore avrò la forza per prendermi cura delle relazioni e intessere con ciascuno legami di fiducia, tratti, questi, che permettono ad una comunità di farsi riconoscere come luogo dove tutte le persone sono considerate importanti, dove si impara, con delicatezza, con umanità, con fantasia, ad avere attenzione ai rapporti tra le persone e dove la fraternità viene prima di ogni diversità.

In tanti, in questi giorni mi hanno parlato bene di voi. Mi siete stati descritti come gente affezionata alla Parrocchia, con un solido cammino di fede alle spalle. In particolare so che molte sono le persone che si impegnano direttamente in Parrocchia. Confido nel proseguimento di questo significativo aiuto per poter svolgere il mio servizio operando insieme per far crescere sempre più la nostra Parrocchia nella comunione e nella stima reciproca. Del resto non riuscirei ad immaginare il mio ministero sacerdotale senza il dono prezioso di laici che condividano con me le responsabilità che la guida di una comunità parrocchiale comporta. Ho usato i termini condivisione e responsabilità perché non vi penso semplicemente come collaboratori e neppure come operatori. Sono infatti persuaso che ogni volta che dedicate tempo ed energie alla Parrocchia, voi esprimete una vostra specifica vocazione con la quale contribuite ad edificare la nostra comunità secondo l’apporto di cui ciascuno è capace. La vostra, quindi, è una presenza preziosa ed indispensabile.

Carissimi sono certo che il Signore che ha disposto i tempi e i modi della mia presenza tra voi e per voi, ci aiuterà a portare avanti, secondo la sua volontà, quello che don Primo Mazzolari, con illuminanti parole, diceva riguardo alla Parrocchia: “la Parrocchia è la Chiesa che si fa casa di Dio con gli uomini”. Espressione che ci ricorda come ogni comunità parrocchiale, anche la nostra, è chiamata, prima di ogni altra cosa, a diventare luogo di familiarità, di consuetudine, di intimità, di Dio con l’uomo.

Con questo auspicio, nell’attesa di conoscerci personalmente, vi abbraccio e vi auguro, di cuore, ogni bene. A presto.

Vostro Padre Rino

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