Secondo la tradizione che si rispetti l’altare a Campobello di Mazara si realizza con coperte, drappi, veli e poi ornato coi pani votivi. Una tradizione antica che si sta perdendo ma che resiste solo in chi, ancora, realizza l’altare per ex voto. È il caso dei signori Rosa Barruzza, 75 anni e di suo marito Giuseppe Pisciotta di 77 anni che l’hanno fatto allestire nella propria abitazione in via Cusmano, 173 a Campobello di Mazara. È l’unico privato realizzato in paese e per ex voto.
«Io sono stata ammalata e San Giuseppe mi ha fatto la grazia di stare bene – spiega la signora Barruzza – una notte ho sognato che parlavo con la mia vicina di casa e nella discussione venne fuori che avrei fatto un altare tutto bianco». Da qui le indicazioni agli allestitori: Salvatore Calandro, Vita Barbera Bongiorno e Caterina Cognata Oddo. Sono stati loro tre a realizzare l’impalcatura in legno e addobbare l’altare con 4 copriletto, 5 servizi da tavola, tende di seta, veli da sposa. «In queste settimane è scattata una vera gara di solidarietà – dice Salvatore Calandro – tantissimi cittadini si sono prodigati ad aiutarci e a portare anche le pietanze».
Già, le pietanze. Sono 101 come da tradizione, ma per ognuna ci sono 5 piatti, «perché i commensali alla mensa saranno cinque – spiega la padrona di casa Rosa Barruzza – e saranno ragazzi e adulti bisognosi». La tradizione antica resiste con questi piccoli fiammelli, gli altari per voto. E per chi non la conosce è una bella festa emozionante: «Io sono maltese e ho scoperto qui questa tradizione, da noi non esiste», dice Rita Falzon, nuora dei coniugi Pisciotta-Barruzza. Domani la cena coi Santi a pranzo: in processione arriveranno dalla chiesa madre sino in via Cusmano. Busseranno due volte al portone ma nessuno gli aprirà. Alla terza volta il portone si spalancherà per accoglierli alla mensa. Nel nome di San Giuseppe.

Vita Barbera Bongiorno e Salvatore Calandro.

Rosa Barruzza col marito Giuseppe Pisciotta, la nuora Rita Falzon e il figlio Vito Pisciotta.
AUTORE. Max Firreri