A Castelvetrano, i Carabinieri della locale Compagnia, con il supporto di personale della Compagnia di Intervento Operativo del XII Reggimento Carabinieri Sicilia, hanno svolto un servizio di controllo straordinario del territorio finalizzato alla repressione e contrasto alla criminalità predatoria. Nel corso dell’attività, i Carabinieri hanno raccolto gravi indizi di colpevolezza in merito all’ipotesi di reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente nei confronti di un 49enne del posto.
In particolare, i Carabinieri, avendo il sospetto che l’uomo, già gravato da precedenti specifici, fosse tuttora dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti, hanno predisposto una mirata attività di perquisizione domiciliare a carico dell’uomo.
In questo contesto è stato rinvenuto un involucro in cellophane contenente 85 gr di sostanza stupefacente del tipo hashish in un unico pezzo, abilmente nascosta all’interno della cassetta scarico del bagno. Nel proseguo del servizio sono stati rinvenuti anche vari materiali idonei al confezionamento in dosi e al taglio della droga.
In considerazione di quanto emerso durante l’attività investigativa, i Carabinieri hanno arrestato l’uomo che è stato ristretto presso la propria abitazione in attesa di udienza di convalida, così come disposto dal Sostituto Procuratore di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala.
Sulla base degli attuali esiti investigativi, in sede di udienza di convalida, il Giudice per le Indagini Preliminari ha applicato le misure cautelari dell’obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria per quattro volte a settimana.
Le indagini degli inquirenti proseguono al fine di raccogliere ulteriori elementi investigativi.
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In merito all’articolo sulla notizia diffusa dai carabinieri riguardo l’arresto di un uomo di 49 anni di Castelvetrano, l’avvocato Matilde Mattozzi, a tutela del suo mio assistito, precisa quanto segue.
«Non corrisponde al vero che la sostanza stupefacente sia stata rinvenuta nella cassetta di scarico del wc. Ho personalmente assistito alla perquisizione e la sostanza è stata rinvenuta in un tombino posto a servizio dell’intero condominio. Allo stesso modo non è stato rinvenuto nulla che possa far presumere la destinazione allo “spaccio” della sostanza stupefacente rinvenuta ; in casa del mio assistito non sono stati in alcun modo rinvenuti “materiali idonei al confezionamento in dosi e al taglio della droga”», conclude il legale.