Impianti di energie rinnovabili sì ma la progettazione stia attenta alla qualità del paesaggio urbano. È quanto chiarisce Legambiente Sicilia in una nota. Per Legambiente diversi studi stimano perdite ingenti nei settori agricolo e turistico se non si interviene rapidamente per azzerare le emissioni di CO2. Solo nella stagione appena trascorsa, il settore agricolo siciliano ha denunciato perdite per oltre 3 miliardi di euro, mentre i danni causati dagli eventi estremi in queste ultime settimane ammontano ad oltre 70 milioni di euro. Ma le stime delle future perdite sono da bollettino rosso. Ecco perché una via praticabile è quelle delle energie rinnovabili: «Le fonti rinnovabili installate nel nostro territorio sono poco meno di 4,5 GW, molto lontano, quindi, dal contributo che dovrebbe dare la Regione per il raggiungimento degli obiettivi nazionali e, soprattutto, di quelli fissati dagli accordi di Parigi, necessari per decarbonizzare il nostro sistema elettrico e azzerarne le emissioni climalteranti», spiegano da Legambiente.

Secondo quanto previsto dal decreto sulle aree idonee, entro il 2030 dovremmo installare nella nostra regione altri 8,7 GW da impianti da FER e, per essere in linea con gli accordi di Parigi, almeno ulteriori 13 GW entro il 2035. «Ma è evidente che la loro diffusione nel nostro territorio comporterà delle trasformazioni del paesaggio, che tuttavia saranno reversibili, a differenza di quelle causate dai cambiamenti climatici che non potranno che essere permanenti», spiegano ancora. Dunque per Legambiente «sarebbe un errore gravissimo» pensare di fermare l’installazione di impianti da energia rinnovabili. Quello che è necessario fare, invece, è pensare a «una progettazione attenta alla qualità del paesaggio urbano, agricolo e industriale, con il coinvolgimento attivo delle comunità locali».

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