La paura della febbre suina arriva anche in Sicilia. Sono in corso gli accertamenti per appurare se un uomo di Trapani abbia contratto il virus H1N1, mentre il contagio è stato escluso per una coppia palermitana in osservazione fino a ieri. L´assessorato alla Sanità, intanto, ha attivato l´unità di crisi.
L´uomo della provincia trapanese è tornato dal Messico lo scorso 24 aprile e si è subito accorto di avere tutti i sintomi di una tipica influenza. Il fatto che fosse appena tornato dal Paese nel quale è esplosa l´epidemia lo ha però allarmato: perciò si è presentato al pronto soccorso dell´ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani, dove è stato ricoverato. A insospettire i medici, oltre a un quadro clinico non comune, è stata proprio la provenienza dal Messico.
Per questo i sanitari del reparto di Infettivologia dell´ospedale trapanese hanno messo in atto le misure di emergenza previste in circostanze del genere. «Trattandosi di un caso sospetto – dice Vincenzo Portelli, direttore del reparto – il soggetto è stato ricoverato in isolamento e sottoposto agli accertamenti necessari. Sono stati eseguiti alcuni esami ematochimici che ci hanno immediatamente dato una prima risposta ed è stato effettuato il prelievo di un tampone oro-faringeo, che abbiamo inviato al laboratorio di virologia dell´Università di Palermo».
Il paziente è stato trattato con un antivirale specifico, e i medici hanno indagato sullo stato di salute dei conviventi per escludere l´ipotesi di contagio. Adesso l´uomo è a casa propria, dove deve continuare la terapia prevista dalla profilassi, in attesa di ricevere i risultati delle analisi virologiche.
È arrivato già il verdetto, invece, per una coppia di palermitani, ed è rassicurante. I coniugi (53 anni lui, 52 lei), di ritorno da un viaggio di una settimana a Madrid, hanno provato forti dolori articolari e febbre, come per una normale influenza, e si sono presentati al pronto soccorso dell´ospedale Cervello per essere sicuri di non avere contratto il virus di tipo A. Fino a ieri anche loro sono stati sottoposti a una terapia farmacologica antivirale specifica. Ieri sera l´esito dei test fatti sul tampone faringeo ha escluso la presenza del temibile virus.
L´andamento generale dell´influenza è monitorato dalla rete Influnet, gestita dall´Istituto superiore di sanità. In Sicilia è coordinata da Francesco Vitale all´istituto di Igiene dell´Università di Palermo: il sistema è in fase di allerta e i medici sentinella hanno il compito di gestire la sorveglianza virologica 24 ore su 24.
All´assessorato si è discusso ieri di misure anti-crisi influenzale assieme ai responsabili del Dipartimento igiene dell´assessorato e ai primari dei reparti di Malattie infettive degli ospedali palermitani Cervello, Civico e Policlinico, ai responsabili di infettivologia delle Ausl di Palermo e Catania e ai dirigenti dell´ospedale Garibaldi di Catania. «Nell´Isola la situazione resta sotto controllo – ha detto l´assessore alla Sanità, Massimo Russo, al termine della riunione del Comitato regionale per le pandemie – e non è stato ancora confermato alcun caso sospetto».
Durante l´incontro si è parlato dei protocolli operativi da mettere in pratica in caso di ulteriore innalzamento della soglia di allarme da parte dell´Organizzazione mondiale della sanità e dell´importanza del ruolo dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta, che rappresentano il primo filtro verso il ricovero in ospedale. «Il Comitato invita a non lasciarsi prendere dalla psicosi – dicono dall´assessorato – e ricorda che la definizione di caso sospetto, secondo le linee ministeriali, riguarda quei pazienti con sintomi influenzali che provengono da zone geografiche a rischio».
Emilio Balbo e Sonia Papuzza
per repubblica.it
l'uomo un ingegniere inglese che vive a Paceco dopo le notizie rassicuranti e quindi l'esito negativo arrivato ai medici di Trapani da Palermo è stato curato seguendo la normale profilassi usata per una comune influenza così è stato detto ieri dai medici che raccomdano di non allarmarsi e di rivolgersi al pronto soccorso solo quando si verificano due condizioni in particolare: sintomi influenzali ed il contatto con persone che sono state in Messico