Il Sindaco della città di Castelvetrano Selinunte Avv. Felice Errante, unitamente all’arciprete Don Giuseppe Undari, ed all’ing. Giuseppe Taddeo che ha raccontato la storia dell’edificio di culto, ha presenziato alla cerimonia di riapertura della chiesa di San Giuseppe, che si trova nella piazza Diodoro Siculo.
Restituiamo alla comunità ed alla città un gioiello che era rimasto chiuso dal lontano 1968, a seguito del terremoto che colpì la valle del Belice- ha detto il sindaco- dopo l’inopinata demolizione, nel corso degli anni erano stati effettuati alcuni lavori dalla Curia e dall’Amministrazione, ed oggi grazie alla collaborazione con l’Arcipretura di Castelvetrano siamo riusciti ad effettuare una manutenzione ordinaria ed a ripristinare l’antico pavimento in marmo di Carrara ed a collocare un altare anch’esso in marmo ed uno scivolo per disabili che sarà ultimato nelle prossime settimane- ha continuato il primo cittadino- grazie a questi lavori la città potrà fruire di un nuovo polo culturale dove realizzare momenti di aggregazione , eventi ed anche cerimonie religiose.
Come ha già avuto modo di affermare mai come ora, con la rivitalizzazione e la fruizione di alcuni dei siti più importanti della nostra città-ha detto Errante- cerchiamo di recuperare il senso del bello con l’auspicio che si rafforzi nei nostri concittadini il senso dell’appartenenza. La prossima tappa sarà la riapertura della chiesa del Carmine
Anche don Giuseppe ha voluto manifestare la sua soddisfazione ed ha anticipato che chiederà all’Arcivescovo di Palermo una reliquia del Beato Pino Puglisi da collocare al centro dell’altare che ha in animo di intestare al coraggioso prete che venne trucidato dalla mafia, e che successivamente saranno effettuati altri piccoli lavori per abbellire ulteriormente la chiesa.
Chiuso dal 1968? Ma cosa dice questo Sindaco?
Lo spazio della chiesa é stato riaperto nel 1995 dopo un intervento del comune, sindaco bongiorno e assessore giambalvo, con cui si è realizzato il cancello,ripulito l’interno, sistemata la sacrestia. Successivamente nel 1999 la soprintendenza ha messo in sicurezza il campanile. Da allora la confraternita ha utilizzato lo spazio per fare l’altare, il presepe e altre celebrazioni. Adesso si è rifatto il pavimento e uno scivolo per handicap che però occupa tutto il marciapiede. Quindi non è esatto dire che la chiesa o meglio quello che resta era chiusa dal 68.
“Restituiamo alla comunità ed alla città un gioiello che era rimasto chiuso dal lontano 1968, a seguito del terremoto che colpì la valle del Belice”. Ha ragione il signor Cuttone: Ma come si fanno a dire certe cose?
Ma quando si scrivono certe cose, almeno un po’ di accortezza… “Folla di fedeli”? Dalla foto non si direbbe!