Innanzitutto gli intervistati, che rappresentano lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale, Giuseppe Milazzo e Danilo Gelsomino, ci tengono a precisare che il loro è un sindacato autonomo. Per essere precisi, non è titolare di Enti di formazione e non ha connivenze con l’Amministrazione Regionale. Questa precisazione è doverosa, in quanto abbiamo seguito da ultimo l’attività di denuncia della testata giornalistica di questa organizzazione sindacale. Articoli, diversissimi, che hanno denunciato molti centri di potere dove si organizzano affari a danno dei lavoratori nel settore della formazione professionale. Inoltre, precisiamo che nello Snals Confsal Coordinamento Regionale Formazione Professionale è in corso, da alcune settimane, una ‘dialettica aperta’. Si tratta di un confronto schietto e fervido, anche sulle ‘piazze telematiche (per esempio, Facebook Formazione Professionale in Sicilia). Un modo democratico ed incisivo, dove i rappresentanti dello Snals Confsal si confrontano con tutti i lavoratori (e non) sulle scelte compiute e da compiere.

Che tipo di azione state mettendo in campo per rivendicare le tutele dei lavoratori della Formazione professionale siciliana?

“Proprio lo scorso 27 agosto 2012 abbiamo predisposto una missiva urgente destinata all’assessore regionale alla Formazione professionale, Accursio Gallo, ed al dirigente generale della Formazione professionale (?), in cui si segnala che i provvedimenti adottati nel settore risultano in parecchi casi non solo lesivi dei diritti dei lavoratori, ma anche in contrasto con la legge vigente, che disciplina le attività formative in Sicilia. Dalla legge regionale n. 24/76 in poi è stata costruita una impalcatura legislativa volta alla funzionalità del servizio delle attività formative in Sicilia: essa è ancora attuale ed efficace. In molti casi, le leggi regionali in materia sono state totalmente disattese, quindi lo Snals Confsal Coordinamento Regionale Formazione Professionale ha chiesto l’intervento dell’assessore al ramo, sperando in un’attività più consapevole. Siamo fermamente convinti che bisogna finanziare la legge regionale 24/76, almeno per i lavoratori che resteranno privi di incarico all’avvio delle attività formative di cui all’Avviso 20/2011. Su questa battaglia non ci fermeremo, usando qualunque strumento per convincere l’amministrazione regionale che sta sbagliando. Infine sembrerebbe che molti Enti di formazione non rispettano il Contratto nazionale di lavoro di settore, per cui siamo impegnati nel verificarne l’applicazione in ogni sua parte”.

Si parla di licenziamento del personale della formazione professionale, che ne pensate?

“Per i lavoratori iscritti all’Albo regionale della formazione professionale ex art. 14 della l.r. 24/76 – secondo noi – non si può parlare di licenziamento secondo la legge 223/91, ma si deve procedere all’applicazione della disciplina della mobilità prevista dalla C.A. del 5 ottobre 1994 n. 10. Ciò è perfettamente conforme e congruente a quanto previsto dal nuovo Contratto nazionale di lavoro del settore (2011), sottoscritto anche dai rappresentanti degli Enti di formazione e recepito anche dal dipartimento della Formazione professionale. Ribadiamo che i lavoratori della formazione professionale non possono essere licenziati”.

AUTORE.