Ma allora l’Amministrazione regionale e gli Enti di formazione come hanno potuto applicare una legge in contrasto con le leggi regionali del settore?
“Si è proceduto ad utilizzare i fondi della Cassa integrazione guadagni in deroga solo per un programma di rientro dei debiti accumulati: questi erano gli impegni quando sono stati costituiti i tavoli istituzionali in cui gli Enti di formazione hanno consegnato i propri bilanci al dipartimento regionale della Formazione Professionale. A causa dei debiti dichiarati dagli Enti di formazione in queste occasioni, dei ritardi dell’avvio delle attività formative 2011 e 2012 e dei ritardi da parte dell’assessorato di procedere ai saldi delle attività svolte, l’assessore Centorrino e il dirigente Albert hanno dichiarato che la Regione siciliana non aveva più risorse sui capitoli destinati alla Formazione professionale. Dunque hanno chiesto agli Enti di formazione di procedere secondo quanto disposto della legge 223/91, solo per acquisire le risorse della Cassa integrazione e produrre un piano di ristrutturazione aziendale per colmare il debito complessivo del sistema della formazione professionale in Sicilia, dato che su quei fondi nazionali erano disponibili tanti soldi. In realtà, vi erano diverse criticità: gli Enti di formazione non sono aziende in senso tecnico, come specificato anche da note Ministeriali; i lavoratori iscritti nell’apposito Albo non sono licenziabili; i fondi della Cassa integrazione non erano poi così tanti e sono terminati, anche perché la programmazione sul Fondo sociale europeo delle attività formative non è ancora stata avviata. Ricordiamo all’uopo che la legge prescrive l’obbligo in capo all’assessorato regionale alla Formazione professionale di avviare le attività formative entro il 31 gennaio (l.r. 15/2004), ma ci troviamo nel mese di settembre e nulla è certo sull’avvio dei corsi di formazione. Sarebbe, dunque, dovuta solo essere un’operazione economica e finanziaria, senza alcuna modificazione dello status giuridico di alcun soggetto e senza risvolti traumatici con il placet di tutti i soggetti impegnati. Invece è diventato un epilogo disastroso, perché mal gestito”.
Come si può allora gestire la crisi del settore e le criticità emerse?
“Lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale ha chiesto che venga data copertura al Fondo di garanzia regionale per sostenere il periodo di transizione verso l’inizio di tutti i corsi di formazione ed il pagamento degli stipendi dei lavoratori, applicando di fatto l’obbligo disposto dalla legge regionale n. 10/2011. Attenzione: questa legge che citiamo è stata prodotta dall’Amministrazione regionale di Raffaele Lombardo (e non da chissà quale giunta regionale del periodo della Prima Repubblica), ma a cui non è mai stata data copertura economica; come, ad esempio, la deliberazione di giunta regionale n. 350 del 4 ottobre 2010, che ha dato delle direttive ben precise all’assessorato competente completamente disattese, compresa la ricollocazione obbligatoria presso la pubblica istruzione, le università ed altri rami della Pubblica amministrazione dei lavoratori della formazione professionale in esubero”.
Allora questa Amministrazione regionale sta operando contro i lavoratori della Formazione professionale?
“Non è stato sempre così, in passato vi era un dialogo positivo e costruttivo, anche se i rapporti non si sono interrotti il dipartimento regionale della Formazione professionale è in ritardo nel fornire le risposte richieste. In realtà, fino alla fine del 2010, l’Amministrazione regionale sembrava tenere un atteggiamento più responsabile e conduceva un’azione amministrativa più garantista per i lavoratori: Centorrino aveva previsto gli esuberi e Lombardo si era fatto carico di programmare una ricollocazione del personale rimasto privo di incarico. Ricordiamo bene che l’Amministrazione regionale aveva previsto un programma che puntava al completo riassorbimento del personale in esubero attraverso: il Protocollo con l’Inps regionale perfezionato il 24 gennaio 2011 per il prepensionamento dei soggetti alla soglia della quiescenza; i progetti a valere sul Fondo sociale europeo pubblicati, ovvero gli Avvisi come Futuro Semplice ed altro (1/2009, 7/2009, 8/2009, 9/2009, 12/2009, 7/2010) con cui riqualificare ed ricollocare per tre anni il personale; e l’impiego di personale presso altri rami della Pubblica amministrazione: per esempio, il personale dei Servizi Formativi presso i Centri per l’Impiego ed il personale dell’Obbligo Formativo presso la Pubblica Istruzione sembravano intenzioni supportate da atti pubblicati e concreti. Il piano prevedeva il riassorbimento di circa 1500 lavoratori in esubero. Poi questa programmazione non solo non è stata applicata, ma si sono cambiati numerosi assessori e dirigenti, quindi è stata seguita la normativa sui licenziamenti del personale, forse anche per gli interventi di poteri forti e senza scrupoli, come dal vostro giornale segnalato nei precedenti articoli. Per questi motivi lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale, nelle ultime riunioni con il dirigente regionale non ha risparmiato critiche all’azione amministrativa, dichiarando che il settore si trova allo sbando, ha bisogno di un governo e di soggetti che si assumano le responsabilità”.
Quale preferite tra la legge regionale senza copertura economica e la legge europea con i soldi pronto cassa?
“Noi siamo consapevoli della grande disponibilità del Fondo sociale europeo e sarebbe assurdo rinunciare a queste ingenti risorse, anche alla luce della grave crisi economica e finanziaria regionale. Sappiamo pure che, avendo l’Italia ceduta buona parte della propria autorità e disponibilità di cassa all’Unione Europea, il futuro economico obbliga la Regione siciliana a chiedere le risorse economiche all’Unione Europea per svolgere i propri servizi. Pertanto nessuna scelta, ma è necessaria una moderata integrazione dei due sistemi giuridici. D’altronde il Parlamento regionale può e deve fare le leggi. Esse comunque non possono essere in contrasto con quelle di una Autorità e Fonte sovraordinata. Occorre, pertanto, un’azione di coordinamento del quadro normativo regionale l.r. n. 24/76 e successive modificazioni con quello comunitario supportato dai Regolamenti comunitari n. 1081/2006 e 1083/2006, a cui il n. 1828/2006 ed il n. 396/2009 hanno dato applicazione ed aggiornamento. Il principio a cui si ispira lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale a fondamento di questa dichiarazione è che si rende conto che i fondi regionali sono stati rimaneggiati e che risorse nuove possono derivare dall’Unione Europea, almeno fino al 2020. Infine il vademecum Fse, prodotto dal dottor Albert, ed esecutivo di tali regolamenti risulta in molti passi normativi esageratamente rigido, va rivisto in una versione più consapevole della fattibilità degli adempimenti”.
Scusate allora vorreste un’altra riforma, dopo quella di Centorrino e di Albert?
“A quale riforma si riferisce? Non ci risulta che sia stata prodotta alcuna legge nuova in materia che abbia riformato, rivisto, aggiornato o operato un intervento di qualunque genere sul quadro normativo regionale in materia di formazione professionale. L’aver cercato, da parte del duo citato, di rendere congruente il quadro normativo regionale con le disposizione dei regolamenti comunitari a via di provvedimenti ora dell’assessore, ora del dirigente generale ha prodotto solo confusione. Ci si aspettava un intervento più organico per riformare la tipologia del servizio per offrire il miglior servizio al minor costo, magari sovvenzionato dal’Fse e senza che ne facessero le spese i lavoratori: riformare significa anche semplificare senza generare traumi sociali. Bisogna gestire le criticità. Mentre in questo Avviso 20/2011 non rileviamo dal bando e dai provvedimenti consequenziali un sostanziale miglioramento del servizio; inoltre ha generato licenziamenti per i lavoratori con diverse mensilità vantate contro gli Enti di formazione, nonostante le risorse destinate alle attività formative siano aumentate a dismisura; esiste, infine, un palese conflitto normativo. E’ innegabile infine che i fondi dell’Fse siano stati mal gestiti, senza una programmazione organica e senza un’azione amministrativa tempestiva. In un momento di grave crisi per la Sicilia e di grande criticità mondiale, rinunciare ai trasferimenti dell’Unione Europea per incapacità o protervia amministrativa è a dir poco criminale”.
Che ne pensa lo snals confsal del nuovo dirigente generale Corsello?
“Lo Snals Confsal coordinamento regionale Formazione professionale esprime convinti complimenti alla dottoressa Anna Rosa Corsello per il nuovo incarico. Augura al neo dirigente generale del dipartimento regionale Istruzione e Formazione professionale buon lavoro ed auspica che riesca ad affrontare le criticità del settore della formazione professionale al fine di individuare le adeguate soluzioni”.
AUTORE. Giuseppe Messina