Un cane ha paura del bastone, dei denti di un altro cane più grosso, dell’auto che sta per investirlo. Ma del veleno no. Non lo conosce.
E’ come se all’improvviso qualcuno cominciasse a divorarlo dall’interno. È per questo che prima di morire avvelenato, i suoi occhi ti guardano fissi, pieni di terrore.
È accaduto ad un meticcio di beagle, trovato sabato scorso in preda alle convulsioni nel parcheggio di un supermercato, a Castelvetrano. Una ragazza chiama i vigili urbani, altri avvertono i volontari del canile che vanno subito a recuperarlo, portandolo in ambulatorio.
Ma di sabato i veterinari dell’Asp non ci sono.
Però hanno la reperibilità. Li si potrebbe chiamare per far fronte all’emergenza, ma pare che curiosamente possano muoversi soltanto per “constatare la morte dell’animale”.
Una strana reperibilità, quella in cui si interviene soltanto quando il cane è morto.
Gli animalisti della Laica, l’associazione che partecipa alla gestione del canile, fanno intervenire il loro veterinario. Nell’ambulatorio, l’animale ha la bava alla bocca, mentre le convulsioni lo sfiancano. Ci vuole l’atropina.
Ma i farmaci sono sottochiave.
Liliana Signorello, presidente della Laica, sa che la salvezza di quel cane è dentro quell’armadietto chiuso con un catenaccio. Uno dei due occhielli però è fissato soltanto con una fascetta di plastica. Non si perde d’animo e, tagliandola con un paio di forbici, riesce ad aprirlo. Intanto qualcun altro chiama telefonicamente il veterinario del canile, mettendolo al corrente dell’emergenza (e della forzatura dell’armadietto).
Le fiale di atropina però sono soltanto due. Non bastano a salvargli la vita.
Chiamano allora il presidente dell’Oipa, Anna Calderone, che si attiva immediatamente alla ricerca di altre dosi.
Il tempo trascorre inesorabile.
E vince.
Il cane muore.
Gli occhi gli rimangono aperti.
È l’ultima fotografia di un perché senza risposta.
Anzi, la penultima.
Perché l’ultima arriva la mattina del lunedì successivo. E ha dell’incredibile.
I funzionari dell’Asp, Luigi Mauceri e Francesco Mulè, che evidentemente sapevano ciò che era successo sabato scorso (la stessa Calderone dell’Oipa aveva fatto le sue rimostranze telefoniche al dottor Mauceri, per la mancanza di scorte di atropina) chiamano i Carabinieri, perché “ignoti” avrebbero forzato l’armadietto dei farmaci del canile. I militari parlano con Liliana Signorello. “Sono stata io a forzarlo – spiega il presidente della Laica – ma è una cosa che abbiamo subito comunicato al veterinario”.
“Scusate – ribattono i Carabinieri ai medici dell’Asp, sempre più imbarazzati – se sapevate già come stavano le cose, che ci avete chiamati a fare?” Mistero.
Di quei misteri forse provocati dalla paura delle procedure e delle norme che, nate per tutelare gli animali, si trasformano spesso in un’incomprensibile macchina burocratica che in molti possono usare per contrastare o favorire carriere, oppure per alimentare un potere contrattuale per compromessi che nulla hanno a che fare con la tutela degli amici a quattro zampe.
Cos’è successo?
Un’animalista ha scardinato un armadietto contenente preziosi farmaci per chissà quali scopi illegali? Oppure in una città dove c’è tanto di canile, con ambulatorio e veterinari reperibili, un cagnolino è morto tra atroci sofferenze?
Dipende da come si voglia vedere la realtà.
Una realtà che sicuramente fa scaturire altre domande.
Cosa succede, ad esempio, quando il veterinario va in ferie? È prevista la sua sostituzione? Come si concilia la disponibilità dei farmaci soltanto la mattina da lunedì a venerdì (visto che nel pomeriggio e nel fine settimana sono sottochiave), con le terapie che i volontari svolgono anche la sera, ogni giorno?
Egidio Morici
www.500firme.it
Queste sono le leggi all’italiana!D’altronde, gli stessi problemi li abbiamo per le persone, quindi un cane che importanza può avere?
Perdonaci piccolo, ma gli umani non siamo capaci di dare e di perseverare l’amore!Viviamo di scartoffie, di pratiche , di burocrazia, mentre tuttio e tutti vanno a rotoli!
Non solo, Anna, ma ci nutriamo di invidie, vendette e ripicche di bassa lega e chi se ne importa se una creatura innocente ci rimette la vita?
Vergogna ai responsabili, auguro loro la Peste Nera!
Non ho capito bene la situazione. ma se dovessi avere capito bene la colpa è di tutti, non solo della ASP. Infatti la legge vieta la somministrazione di farmaci senza ricetta e regolare permesso. anche in caso di emergenza. Nel canile dove lavoro io nei casi di emergenza (quando il servizio dell’asl non è disponibile) si ricorre ad altri veterinari. reperibili cmq 24 h. generalmente poi tali veterinari vengono pagati dalla struttura. il servizio viene cmq offerto e il costo addebitato alla comunità. In nessun caso ne io ne chi per me è autorizzato a somministrare farmaci agli animali. A ognuno il suo mestiere…
Perfavore, non scrivete questi articoli poichè istigano a delinquere!!!
Infatti, se avessi tra le mani l’autore di questa barbarie, potrei commettere un reato.
Servizi migliori? Concordo. E’ arrivato il momento di fare pagare una tassa ad hoc ai possessori di animali per finanziarli. Possibilmente di entità direttamente proporzionale alla pericolosità dell’animale.
Grazie per i messaggi di solidarietà. Vogliamo rispondere però al commento di Tommaso: in effetti, come hai preannunciato, non hai capito bene. Al tentativo di salvataggio ERA PRESENTE un veterinario, che è il veterinario convenzionato con l’associazione, il dott. Cristian Stabile, che ha subito diagnosticato l’avvelenamento e che per tentare di risolverlo era necessaria l’atropina. Il problema non è stato prescrivere il farmaco, ma reperirlo: era pure sabato e le farmacie di turno non l’avevano disponibile. L’armadietto è stato aperto per salvare l’animale e non ce l’ha fatta perchè le fiale di atropina erano soltanto 2, se ce n’erano altre, forse, era ancora vivo. Quello che non comprendiamo è anche che il Servizio Veterinario di Castelvetrano prevede per i loro dipendenti la reperibilità, pagata con i soldi dei contribuenti, ma ogni volta che sono stati interpellati per risolvere una qualsiasi emergenza hanno risposto che non è nella loro competenza. Ci piacerebbe davvero tanto sapere COSA E’ NELLA LORO COMPETENZA quando sono reperibili. Ieri mattina (la mattina del ritrovamento dell’armadietto aperto) erano in 3 ad aspettare prima i carabinieri e poi a parlare con loro; in sostanza la mattinata è passata, per loro, in questo modo, quando in canile ci sarebbero decine di cani da visitare e curare! In sostanza li abbiamo pagati (con i soldi delle nostre tasse) in 3 per denunciare questo terribile misfatto…
i commenti di valenziano spiccano sempre per il contenuto privo di “intelletto sociale” e pieni di “ignoranza sull’argomento” che se dovesse succedere qualcosa ad un mio animale domestico e nello stesso tempo abiterei nel suo stesso quartiere saprei subito a chi addossare le colpe…non c’è dubbio…
in questo caso gli imbecilli sono i dirigenti dell’a.s.p. e il regolamento di reperibilità, è ha pagarne le spese è stato il cagnolino.
ho sentito e in parte assistito che in alcuni ospedali dove spesso i farmaci sono chiusi in armadi, con le chiavi affidate a delle suore rincoglionite, anche loro introvabili, ecc. ecc. Siamo veramente nella mani di Dio.
la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali… e noi, abitanti di un paese già tristemente famoso per aver dato i natali a quello là, stiamo sprofondando nell’inciviltà più bieca. Mi auguro che i Maya abbiano ragione e che si salvino solo i puri d’animo. Gli altri non sono degni di vivere.
@peppe: come al solito, in mancanza di argomenti, risponde con insulti ed espressioni calunniose. Personalmente adoro i beagles, splendidi cani per la caccia al coniglio, pur essendo impiegati, in patria, per stanare la volpe. Ma, diversamente da qualcun altro, nel leggere i giornali, ho appreso dal premier Monti che il servizio sanitario nazionale per i cristiani ( nell’accezione siciliana del termine, cioé di uomini, contrapposti alle bestie ) non é più sostenibile finanziariamente. Quindi, per quanto mi possano essere simpatici i ‘beagles’ preferisco che si faccia di più per il pronto soccorso sanitario destinato agli umani. E se per questo bisogna introdurre nuove tasse, si cominci dai padroni di animali che arrecano danno al prossimo. Come si può leggere, purtroppo quasi ogni giorno, sui giornali. P.S: a proposito di ignoranza: si dice ” se dovessi ed abitassi, non “se dovessi ed abiterei” P.S.2: secondo me la civiltà di un popolo é inversamente proporzionale al numero di chiavi di cui dispone.
Diamo un po’ di merito ai volontari della LAICA, che con il loro impegno portano avanti una lotta che mai avra fine… dico che non avrà mai fine perchè l’ignoranza e la stupidità umana sono due mali che ci sono e ci saranno sempre, e di questo ne siamo consapevoli un po’ tutti! Quello che mi lascia più indignata e’ il fatto che ogni qual volta che si verifica una situazione del genere, viene messo in discussione il comportamento dei volontarti; e non dimentichiamo i fatti accaduti in passato, come ad esempio il cane trovato seppellito VIVO sotto la sabbia, o come la strage di cani avvenuta l’anno scorso nei pressi dell’area attrezzata. Nessuno pensa a fare qualcosa affinchè questa situzione migliori! In ogni caso onore e stima ai ragazzi della LAICA che ogni giorno, nonostante tutto, continuano a lottare per dare una speranza ai nostri amici a quattro zampe!
Solo gli esseri realmente “frustrati” e “insoddisfatti” dalla propria vita possono esprimere pensieri maligni e colpevolizzanti contro questi esseri indifesi e coloro che li accudiscono. Fortunatamente, e si vede dalla percentuale degli interventi, essi sono pochi, ma del resto inevitabilmente rispecchiano una parte della nostra attuale società.E mi fanno schifo.
Massimo rispetto, pietà e considerazione per gli esseri indifesi. A cominciare dal povero bimbo di Scicli sbranato dai cani randagi. A me fa schifo che sia potuta accadere una cosa del genere. Ma le cose quasi mai succedono per caso.
Valenziano non ke sotto sotto c’e la tua manina
…babbiaci…
@katia e peppe: potete ‘babbiare’ sul web. Nella vita reale ci sono le querele.
certo, nella vita reale ci sono tante cose diverse dal web.