Queste spettacolari immagini sono state inviate da Francesco Tringali, un amico che vive in Friuli da molti anni ma non riesce a dimenticare il suo caro paese Castelvetrano.
Una Sicilia vista dal treno
articolo di Gas Giaramita
I treni sono dei mezzi assolutamente affascinanti. Inchiodano i tuoi occhi al finestrino dal quale scruti paesaggi che mai hai visto, località di cui non sai il nome, campi aperti di cui non saprai mai a chi appartengono. Viaggiare in treno è un’esperienza da fare in pieno giorno, ben sapendo, così, che potrai goderti tutto questo alla luce del sole. Le tratte sono quei percorsi fissi che, se sei un viaggiatore abitudinario, le conosci persino a memoria.
Ad oggi, ci sono zone in cui il treno non ha più quel successo di pubblico: le vetture marciano semivuote per quasi tutto il viaggio e poi si riempiono per caricarsi di bambini e studenti. La stazione di Castelvetrano, ad esempio, è ormai una vecchia reliquia, molto prossima alla pensione; è uno di quei posti che ti fa venire la pelle d’oca al mattino, quando il sole è ancora timido e fa sopratutto freddo; non c’è nessuno ad aspettare, gli uccellini cantano, da qualche ora svegli, il bigliettaio è stato soppiantato dalla macchinetta elettronica e gli orari affissi mostrano che le corse sono rare ma funzionanti.
Raggiungere Palermo è un’impresa: due ore e trenta-due ore e quaranta sono il minimo necessario per arrivare al capoluogo. Si capisce chiaramente che il treno sia stato vinto dai percorsi sulle autostrade e dagli autobus. Più veloci e sopratutto più silenziosi questi ultimi. Ma il treno… Succede che venga la voglia di prendere strade sconosciute, quelle dell’entroterra, delle frazioni irraggiungibili se non dai contadini, zone circondate dalla boscaglia, percorsi interrotti da strette e rumorosissime gallerie buie, “abbellite” da tutte quelle costruzioni delle vecchie stazioni fuori uso che mai hanno buttato giù, ma che anzi hanno ricostruito a pochi metri di distanza. Il vecchio e il nuovo restano assieme, aldilà dei binari. Questo è ciò che si vede andando verso Palermo.
(stazione ferroviaria di Selinunte anno 1985)
Verso Agrigento, c’era un tempo una tratta che da Castelvetrano portava a Porto Empedocle. Oggi in quelle zone non c’è neanche un’autostrada ma solo le statali. Esistono foto d’epoca che ritraggono un treno a poca distanza dal tempio di Hera, quello di Selinunte. Bene, quella vettura aveva l’onere di attraversare località di tutto rispetto, di creare collegamenti con i paesi che si affacciavano sulla costa meridionale della Sicilia centro-occidentale, che vantava vedute mozzafiato sul mare, sui campi di grano, sui fiumi, sui templi. La chiusura della linea, nel 1985, è da attribuire allo scarso interesse delle FS e, molto probabilmente, anche al mancato appoggio dei comuni. Oggi però si parla sempre più spesso di una serie di iniziative volte al recupero, se non della tratta, almeno della memoria di uno dei percorsi ferroviari più affascinanti e più antichi della Sicilia: leggo che associazioni culturali come Ferrovie Kaos e TrenoDoc sono attive da questo punto di vista:
Ferrovie Kaos (dall’arabo cavusu ovvero insenatura, in omaggio ai luoghi che furono del nostro drammaturgo Pirandello che trovò i natali in una casa di campagna ubicata nell’omonima contrada) nasce ad Agrigento il 25 giugno 2009, dall’unione di diversi appassionati di cultura e storia ferroviaria con l’obiettivo di salvaguardare e, ovunque sia possibile, promuovere il trasporto su ferro soprattutto in chiave turistico museale.
La provincia di Agrigento, fino a qualche anno addietro, era attraversata infatti da numerose linee ferroviarie, tutte a scartamento metrico 950MM, che hanno caratterizzato l’economia di diversi centri urbani dell’entroterra: piccoli capolavori di ingegneria ferroviaria abbandonati al degrado e all’incuria. Noi sosteniamo con forza ogni iniziativa di recupero e valorizzazione di detti tracciati ed, in tal senso, i nostri tecnici hanno in cantiere importanti progetti di recupero da proporre alla pubblica amministrazione.
Tra tutti il più ambizioso è il cosiddetto “PROGETTO EMPEDOCLE” per il recupero della ottocentesca stazione ferroviaria di Porto Empedocle e la conseguente trasformazione in Museo Ferroviario, analogamente a quanto gli amici dell’associazione TrenoDoc stanno tentando di realizzare a Castelvetrano.
Ad esempio, oltre a escursioni organizzate e percorsi per le scolaresche, è previsto per il 4 marzo un evento dal nome “Dalla Villa Romana a Siculiana: percorrendo lo scartamento ridotto” con l’intento di valorizzare luoghi altrimenti inutilizzati e permettendo che vi siano sempre più attenzioni, affinché non cada nel dimenticatoio un passato che permetteva più facili vie di comunicazioni, un paesaggio che molti oggi potrebbero invidiarci e un attaccamento sentimentale e trasognato ad una terra, vista troppo spesso con lo sguardo di chi ci ha ormai perso le speranze.
Certamente, stupisce che in questa epoca ci sia ancora qualcuno interessato ad una memoria “ferroviaria”, che proponga la conoscenza dei luoghi in divenire, con un mezzo come il treno, che permette di sognare e immaginare più di qualsiasi altro mezzo.
articolo di Gas Giaramita
per www.abattoir.it
Riferimenti:
http://www.youtube.com/watch?v=7nhSI3OxFSs
https://www.facebook.com/events/307281629314095/
http://it.wikipedia.org/wiki/Ferrovia_Castelvetrano-Porto_Empedocle
Quando sento parlare della ferrovia nelle nostre zone, o vedo vecchie foto, mi viene una gran malinconia e anche una gran rabbia, perchè il “treno” non sta morendo di morte naturale, ma sta per essere ucciso! per volontà politica.
Il colpo di grazia lo vuole dare Cristaldi che vuole abolire la tratta Castelvetrano-Mazara.
Che schifo!
Dovrebbe occuparsene la regione. Oppure potrebbe finanzarsi tra le inizizitive promosse dal distretto turistico selinuntino, ove praticabile…sennò a che servono stì consorzi? Ancora non l’abbiamo capito che l’interesse delle F.S. ( come si chiamavano una volta..oggi sono Trenitalia e Rete ferroviaria Italiana..ed è molto peggio ) non deve coincidere per forza con quello del territorio? Specie da quando l’Azienda è stata privatizzata? Guarda caso negli anni ’80, quando, poco dopo, fu soppressa quella meravigliosa ( lo dicono le foto!) linea a scartamento ridotto?
ma se l’ente che ora gestisce le ferrovie dismesse della sicilia sta svendendo o affittando tutto ai privati, li affitta per uso giardinaggio ma poi spesso ci costruiscono sopra tanto alla fine chi li controlla.
se qualcuno avesse ancora dei dubbi:
la classe politico-amministrativa sta lavorando seriamente per distruggere l’identità,l’economia,la cultura del nostro territorio!!!!!
Mamma mia che spettacolo. Ancora, nn riesco a capire come mai questa meravigliosa tratta venne dismessa..
Ma come si fa, a nn rendersi conto che a posto di progredire regrediamo? E Cristaldi vuole addirittura abolire la tratta Trapani-Castelvetrano. Mi vergogno,di tutta la classe politica che ha governato in quei tempi e che ci governa tutt’ora.BISOGNA INVESTIRE SULLE FERROVIE, COME SI FA A NON CAPIRLO? Il nostro FUTURO dipende da questo.
La Speranza è l’ultima a morire, siamo ancora in tempo a cambiare marcia.
questo treno che copriva la tratta dismessa è stato sempre presente nal mio “immaginario” e non avevo mai visto una foto di questo treno ma adesso voi avete fatto questo bellissimo regalo, bellissime emozioni…che follia decidere di sopprimere quella linea ferrata!!!!
complimenti a chi ha fornito le foto e complimenti alla redazioni siete davvero bravi vi seguo sempre
Fabio
Grazie Fabio, le due foto sono tenute ben esposte a casa mia, anche perchè indirettamente c’è qualcosa di affettivo. Oltre a ricordi che furono, in entrambe le foto chi guida le locomotive R 302 era mio suocero.