Sei giorni soltanto. E poi si sono riposati. Tanto ci hanno messo gli ingegneri della società di gestione Nexco per ripristinare un tratto dell’autostrada a nord di Tokyo devastata dal terremoto dell’11 marzo.
Più che devastata: una foto scattata da una squadra di pronto intervento, a poche ore dal sisma di 9 gradi Richter, mostra l’asfalto disarticolato e sconnesso, con voragini di alcuni metri: uno scenario adatto a un film del genere catastrofico, tipo Godzilla. In altri Paesi, forse, si sarebbe immaginata una deviazione o comunque un lungo periodo di sbancamento e ripristino prima di rivedere le auto sfrecciare a 120 chilometri l’ora. Non in Giappone. Non in un Paese il cui premier, dopo la doppia catastrofe terremoto-tsunami, ha subito dichiarato: «Ricostruiremo il nostro Paese dalle fondamenta».
A giudicare da quanto fatto nella regione del Kanto, vicino a Naka, l’opera è già iniziata. Basta guardare la foto scattata il 17 marzo alle ore 17, esattamente sei giorni più tardi rispetto alla prima immagine: l’asfalto appare perfetto, come se non fosse successo nulla. Merito dell’ingegner Makoto Ishikawa, capace di reagire al disastro senza esitazioni e di risolvere in un tempo davvero breve un guaio che avrebbe provocato seri intoppi alla circolazione nell’area più popolosa del Giappone (42 milioni di abitanti). Questo di Naka, comunque, non è l’unico tratto (150 metri) riaperto al traffico in pochissimo.
La Nexco, sul suo sito, spiega che su 20 differenti strade e autostrade, circa 813 chilometri su 870 danneggiati dal terremoto sono già stati riaperti al pubblico, per quanto con interventi d’emergenza e «salti» di corsia. La Nexco ha dovuto ripetere le riparazioni anche più volte, perché le scosse di assestamento hanno danneggiato l’asfalto nuovamente in molti punti, anche se certo non con gli stessi effetti del grande terremoto di due settimane fa. «Chiediamo scusa – avvisa la Nexco – se non tutte le aree di servizio sono state riaperte».
[continua sul sito del Corriere.it]
AUTORE. corriere.it
Finiranno prima loro con tutta la ricostruzione che noi con la Salerno-Reggio e l’Aquila…lasciamo perdere va, ci ripetiamo sempre le stesse storie.
Ammiro molto il popolo Giapponese. Ripristinare un’autostrada in sei giorni per noi è fantascienza, non perchè non abbiamo la tecnologia per farlo ma perchè ci manca la forza di volontà, l’onestà ed il senso del bene comune di questo straordinario popolo.
onore al popolo giapponese!!!un esempio per coloro che pensano che tutto gli sia dovuto.Onore ,rispetto,dignità ai moderni samurai.
bravo aldo,è questo il vero problema la volontà.La cosa piu semplice di questo mondo viene resa molto difficile da noi .Abbiamo la tendenza a procastinare sempre tutto.C’è anche un’altro problema strettamrnte legato al primo:l’assumersi la responsabilità e mancanza di competenza.Ci vuole inoltre dinamismo,un pizzico di attività fisica,e amor patrio.I moderni samurai,se vogliono arrivare al traguardo,sanno inoltre che occorre,uno spirito di sacrificio degno di un re che si rispetti!Ecco perche sono gente meravigliosa.Il mio amico peppe fontana in una lettera scrittami dice in sintesi,che nonostante siano un popolo eccezionale,una cattiva sorte si abbatte su di loro costantemente.Forse è vero quel proverbio siciliano che dice :UNO CCHIU CHI BONO EST,CCHIU MALA SORTI AVI.
Se mi dicessero che in Italia la fanno in un periodo 20 volte maggiore mi metterei a ridere…
un popolo straordinario da ammirare e prendere esempio.
ma bisogna cambiare cultura, non è un’impresa facile ma fattibile.
mà, intanto non facevano i controlli come si sarebbe dovuto per le centrali, molti dati falsificati etc. no non vorrei essere giapponese, magari ne invidio un po la cucina di stampo macrobiotico, ma poi se pensi alle balene e ai tonni e alla loro politica ambientalistica alle loro gerarchie, ai motivi per i quali si tolgono la vita….. credo ci dovrebbe essere una via di mezzo, tra un popolo completamente “adattato” al sistema come i giapponesi e il popolo Italiano.
A proposito, la comunità europea ha “adattato” le tolleranze per la radioattività negli alimentari, anche nel latte, purtroppo non trovo un articolo in Italiano
http://www.volksblatt.li/Default.asp…=sda®ion=in
per gli alimetari da 600 Becquerel, da sabato a 1250 Becquerel. Per il latte da 370 Becquerel a 1000 Becquerel.
Buon appetito
franKo
mammuzza bedda, inevitabilmente nuovi flussi di informazioni attendibili e ben ricerchate in questi giorni sgorgano da tutti i media internazionali, credetemi il popolo giapponese non è per niente da invidiare, a valutare le informazioni ad ora, quasi quasi mi sento orgoglioso di essere Italiano, non fosse che l’orgoglio è un sentimento molto meschino che ripudio e se non fosse che la maggioria degli italiani si lasciano abbindolare come picciriddi nichi nichi, come quelli che hanno scritto che i giapponesi sarebbero da onorare. Quando avranno mangiato l’ultimo tonno e squartato l’ultima balena poi “un bel dì vedremo”.
viva il niente
franKo