Settantadue ogni 100mila abitanti contro lo 0,5 ogni 100mila abitanti d’Oltreoceano.

Queste le intercettazioni disposte in Italia secondo gli ultimi dati dell’Istituto internazionale tedesco Max Planck, che ha aggiudicato al Belpaese un vero e proprio primato. Nella classifica europea lo Stivale e’ seguito da Olanda (62) e Svizzera (32). Gli ultimi dati dei tecnici del ministero fotografano un giro d’affari di 280 mln di euro l’anno, un terzo delle spese di giustizia del dicastero.

Un vero e proprio business, soprattutto per i gestori, nelle cui tasche entrano quasi 100 milioni. Tanto che oggi sulla necessita’ di ridurre i costi delle intercettazioni e’ intervenuto il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che ha sottolineato la necessita’ di porre rimedio agli sprechi. Anche perche’, rispetto al 2006, quando si attestavano a 230 mln di euro, i costi delle intercettazioni sono tornati a salire, pur non arrivando a toccare le cifre record degli anni passati.

Nel 2005 l’Italia ha speso per le intercettazioni 308 milioni. Un dossier elaborato nel 2004 dai tecnici del ministero della Giustizia fotografava invece un giro d’affari pari a circa 300 milioni di euro l’anno. In particolare, sono stati 250 i milioni di euro, iva inclusa, spesi tra il 1 luglio 2003 e il 30 giugno 2004 e da 12 a 14mila le utenze telefoniche controllate ogni giorno (tra apparecchi fissi e cellulari), per un totale di 300mila italiani intercettati. Il mercato e’ cresciuto di anno in anno: i dati dicono che sono state 32mila le utenze intercettate nel 2001 per 165 milioni di euro, 45mila per 230 milioni di euro nel 2002 e oltre 77mila per 255 milioni di euro nel 2003.

(adnkronos)

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