IN DUE DIVERSE INTERROGAZIONI PAMELA ORRU’ DEL PD E VINCENZO MAURIZIO SANTANGELO DEL M5S ‘ACCERCHIANO’ IL MINISTRO ALFANO SULLA SPINOSA VICENDA DEI 400 DIPENDENTI DELL’AZIENDA CONFISCATA AL BOSS MATTEO MESSINA DENARO, RIMASTI SENZA LAVORO. IL RUOLO DEL DOTTORE RIBOLLA
Non cessano le polemiche sulle sorti del Gruppo 6Gdo dopo il fallimento dichiarato dal Tribunale di Marsala in un clima avvelenato dalle polemiche. Sotto accusa è il modello di gestione delle aziende confiscate alla mafia che vanno a picco una dietro l’altra, lasciando nella disperazione migliaia di famiglie.
Adesso si cercano i responsabili del fallimento che non è solo della società di Castelvetrano, ma anche dello Stato, ovvero sull’incapacità di creare le condizioni affinché le aziende confiscate alla criminalità organizzata siano messe in condizioni di confrontarsi con il mercato per creare lavoro e sviluppo, garantendo i posti di lavoro.
I giudici del Tribunale di Marsala hanno ritenuto inammissibile l’accordo proposto dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, che prevedeva la cessione del ramo di azienda, relativo ai punti vendita, alla società Esse Emme Srl.
L’accordo avrebbe consentito la ricollocazione della quasi totalità dei quattrocento lavoratori dei punti vendita direttamente e indirettamente collegati all’azienda castelvetranese della grande distribuzione con l’avvio immediato dell’attività.
Adesso sotto accusa, come dicevamo, è la gestione durante il periodo in cui l’azienda è stata sottoposta a sequestro.
Recentemente, a difesa dell’Agenzia dei beni confiscati è intervenuto il vice ministro degli Interni, Filippo Bubbico, che ha tirato fuori dalle responsabilità lo Stato. Quindi, i quattrocento lavoratori del Gruppo 6Gdo, azienda di Castelvetrano confiscata all’imprenditore Giuseppe Gricoli, prestanome del boss Matteo Messina Denaro, resteranno disoccupati e non si capisce di chi è la colpa.
Sulla vicenda è tenuta alta l’attenzione della parlamentare del PD, Pamela Orrù, che nei giorni scorsi, come abbiamo raccontato dalle pagine del nostro giornale, è tornata a chiedere al ministro degli interni, Angelino Alfano, risposte certe in merito all’interrogazione parlamentare presentata nei mesi scorsi sulla vicenda dell’azienda trapanese confiscata alla mafia.
La Orrù non ha parlato apertamente di responsabilità nella gestione della crisi aziendale da parte dell’Agenzia nazionale dei beni confiscati, ma chiaramente ha chiesto al Governo del premier Matteo Renzi di intervenire per riformarla.
A puntare il dito sulla gestione commissariale del Gruppo 6Gdo e su Nicola Ribolla, nominato dal dicembre 2007 amministratore giudiziario dell’azienda, il capogruppo al Senato del M5S,Vincenzo Maurizio Santangelo. Il portavoce trapanese dei grillini, in un’interrogazione, chiede al ministro Alfano di accertare eventuali irregolarità nella gestione commissariale dell’azienda e di sapere quali azioni il Governo nazionale assumerà per tutelare i quattrocento lavoratori.
Alla gestione commissariale vengono contestate alcune inadempienze. Si parla di debiti occulti, bilanci societari non trasparenti, modifiche gestionali delle aziende del Gruppo con affitti di rami d’azienda. Ed ancora, inadempimenti degli obblighi informativi nel confronti del Tribunale di Marsala anche in merito all’avvio di trattative per affidare ad altre società l’azienda confiscata.
Contestato al dottore Ribolla anche l’invio ai lavoratori del Gruppo 6Gdo delle lettere di licenziamento omettendo la comunicazione preventiva della decisione al Tribunale delle misure di prevenzione nonostante si tratti di società sottoposta a sequestro.
Accuse pesanti che meritano la replica a chiarimento da parte del dottore Ribolla e che il giornale è pronto ad accogliere.
AUTORE. Giuseppe Messina
mi piacerebbe vedere la notizia che il dott. Ribolla sia invitato a comparire dinanzi le autorità competenti a rendere conto del suo operato…….e se fosse il caso anche di risarcire il danno patito per cattiva gestione di cosa pubblica!!!
Il gruppo 6 era una scatola vuota come che non lo capite? In mano ad un imprenditore pulito sarebbe fallita ancora prima
Spider …. parli facile tu … fai due o tre pubblicità sulle magliette e gia sei sistemato . Seriamente … ti dico … che io in quella scatola vuota ci ho lavorato 11 anni e con due anelli schiacciati e un principio di ernia visto che mi guadagnavo il pane onestamente … credo che faresti più figura ad evitare di fare battute populiste e da tolk sciow … evita va
La colpa non e sicuramente degli operai che come te hanno le ossa e il morale distrutto anzi a voi va’ la stima e la vicinanza di tutta italia! Ma di chi ha creato quel mostro che ripeto anche nelle mani migliori dopo la gestione del “proprietario vero” sarebbe andata ko dico questo perche’ non e stato concesdo piu credito? Perche le banche hanno chiuso le porte se come molti dicono l’azienda era sana?
Semplice perche di sano c’era poco.
parlo da persona che non lha vissuta se non seguendo voi e leggendo i vari articoli
Ripeto per quella zona e un disastro umanitario Vero si deve fare qualcosa e subito
Credo non basti la laurea e una targa per diventare imprenditore. L’imprenditore assume rischi a volte ai limiti dell’azzardo.Di cui nel bene o nel male è chiamato a rispondere.Questo è evidentemente incompatibile con una situazione di impresa sottoposta a governo del tribunale a cui è proibito assumere rischi.A questo si aggiunga che fondamentale per l’impresa è la finanza.e la finanza vuol vedere la faccia dell’imprenditore che affida sulla base dei numeri dell’azienda ma sopratutto sulla base delle garanzie personali.Anche questo aspetto è impossibile da gestire per le imprese sequestrate.L’unica via é quindi la cessione se l’impresa rende o la distruzione se era ‘finta’.Ovviamente non conosco la situazione concreta.mi chiedo:ma perchè i lavoratori se si tratta di un’impresa che rende non si sono consorziati e non l’hanno rilevata loro per salvare i loro stessi posti di lavoro e magari guadagnarci un extra?Adesso tra congiuntura economica e assenza di richieste di forza lavoro nel territorio per tante famiglie sarà dura tornare ad avere un reddito.lo stato deve intervenire ma non certamente assumendo lavoratori come richiesto da alcuni.altrimenti perde due volte
il gruppo 6GDO paga i costi di una crisi globale importante, associata ad un significativo incremento della concorrenza che nel settore è spietata. A questa concausa si deve certamente aggiungere un sistema creditizio che è venuto a mancare sia per la crisi globale, sia per una crisi interna al sistema bancario… il gruppo 6GDO come altre aziende si è visto chiudere il credito e probabilmente anche i fidi, a mancanza probabilmente di garanzie, che spesso mette l’imprenditore… il dottore Ribolla si è dimostrato poco accurato e probabilmente inefficiente nella gestione del momento. A questo si deve associare un disinteresse morale per l’azienda: chi fa impresa vive l’azienda come una propria costola, una parte della propria vita… il dr Ribolla si è comportato come molti altri gestori “imposti” dalle autorità: “si fa quel che dico io fino a quando non mi mandano via, tanto un altro magistrato lo trovo che mi affida qualcosaltro…”. E’ una chiave di lettura semplicistica, ma credo si avvicini molto alla realtà delle cose. Spero che la magistratura sappia porre un freno a questi “errori”.