Il Belice reinserisce i suoi giovani con “Dipendo da me”

Il Dipartimento per le Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri in associazione con la Regione Sardegna ha lanciato lo scorso anno il Progetto RELI (Reinserimento lavorativo integrato).

Tale progetto ha la lo scopo di rilanciare, promuovere e diffondere un nuovo modello di riabilitazione delle persone alcol dipendenti e tossicodipendenti. Il bando relativo a questo progetto è stato aggiudicato dal consorzio di cooperative sociali “Sol.Co.”, che si occupa dell’integrazione, promozione, interazione e garanzia del lavoro sociale. La progettualità ha coinvolto il distretto relativo alla zona di Castelvetrano e, più in generale, al Belice.

Il progetto “Dipendo da me”, proposto dal consorzio Sol.Co. aveva come obiettivo lo sviluppo, sperimentazione, valutazione e diffusione di un modello integrato di intervento finalizzato alla rieducazione e reinserimento di soggetti tossicodipendenti e alcol dipendenti:  attraverso l’autonomia e l’autorealizzazione dell’individuo ci si propone il reinserimento dello stesso nella società civile. Il coordinamento e lo sviluppo pratico del bando, nel distretto di Castelvetrano, è stato affidato  alla cooperativa sociale “Istituto Walden” di Menfi.

La società cooperativa sociale “Istituto Walden” si è distinta negli anni per l’impegno ed il lavoro sociale svolto nel campo del sostegno ai più bisognosi, nel recupero fisico e psichico di soggetti disagiati e per le opportunità offerte anche nel campo della formazione e reinserimento lavorativo dei soggetti portatori di svantaggio psico-sociale.

Il lavoro svolto dai responsabili della cooperativa “Walden” in stratta collaborazione con i referenti del SERT di Castelvetrano è stato minuzioso e si è suddiviso in varie fasi:

  1. Individuazione dei soggetti beneficiari: in questa fase la dott.ssa Angela Bonsignore, Assistente sociale del SERT, ha individuato le persone più indicate per un piano di recupero. Nel dettaglio sono state 11 le persone scelte per questo progetto;
  2. Orientamento, bilancio delle competenze e stesura dei progetti di intervento integrati riabilitativi e d’inserimento lavorativo: il progetto è proseguito attraverso l’analisi delle competenze dei singoli individui e la scelta di un campo di applicazione degli stessi in relazione al loro stato psicofisico;
  3. Ricerca delle aziende: in questa fase la dott.ssa Carmela Caime ha contattato diverse aziende locali chiedendo la disponibilità per l’adesione al progetto, ricevendo tanti rifiuti, ma anche diversi entusiastici consensi;
  4. Inserimento lavorativo, monitoraggio e tutoraggio: Addetto ad una delle fasi più delicate del progetto è stato Michele Buscemi, vice presidente della cooperativa “Walden”, che ha curato l’inserimento dei giovani nelle aziende locali a partire da Febbraio 2013, monitorandone il lavoro e risolvendo i piccoli problemi quotidiani che posso insorgere durante un rapporto lavorativo. La Work Experience sviluppata prevede quattro mesi di lavoro fino a luglio, poi altri quattro da ottobre in poi per un totale di 8 mesi di tirocinio retribuito.

È necessario sottolineare un doveroso quanto sentito ringraziamento alle aziende che hanno partecipato al progetto, ossia l’azienda turistica  “Triscina Mare”, il ristorante “Pierrot”, l’hotel “Aureus”, il ristorante “Baffos Castle”, il mobilificio “La Mantia”, il “Bar Giancontieri”, l’azienda “Castel Infissi di F.Scimemi”, l’Azienda agricola “Carbona”, la cooperativa sociale onlus “Oasi di Torretta”, la cooperativa sociale onlus “Starbene”, l’hotel “Althea palace”  e la ditta “Crescente Domenico s.r.l.”. La loro disponibilità è un segnale forte nei confronti della società: esse dimostrano che è possibile migliorare il tessuto sociale grazie alla collaborazione e alla convinzione nelle capacità dei singoli individui.

Infine, si deve rimarcare il vero punto fondamentale di questa bella esperienza: la capacità e la disponibilità dei ragazzi inseriti nelle aziende suddette. Senza di loro infatti tutto questo non sarebbe stato possibile; sempre più spesso infatti si tende a credere che i giovani non vogliano lavorare né apprendere nuove tecniche lavorative. Questi undici ragazzi hanno invece dimostrato di poter accrescere il proprio potenziale con un piccolo aiuto esterno e di poter allo stesso tempo superare i propri problemi attraverso il reinserimento in una società troppo spesso diffidente nei loro confronti.

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