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I legali: “Il Cav. Patti ha dato lavoro a migliaia di persone”

I difensori degli eredi del Cavaliere Carmelo Patti – avv. Francesco Bertorotta, avv. prof. Angelo Mangione e avv. Luciano Infelisi – annunziano che ricorreranno subito in appello ed in ogni altra sede, compresa la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, per chiedere l’annullamento del decreto del Tribunale di Trapani.

Il Cavaliere Carmelo Patti è stato un gran lavoratore che è emigrato al nord Italia – nei primi anni ’60 — costruendo con intelligenza e sacrificio uno dei più importanti gruppi imprenditoriali dell’indotto F.I.A.T. sino ad assumere una dimensione multinazionale che ha dato lavoro e benessere a migliaia di persone. Il Cavaliere Carmelo Patti è stato uno dei protagonisti del “risveglio economico” italiano.

II Cavaliere Carmelo Patti è deceduto da quasi tre anni ed il giudizio oggi espresso dal Tribunale di Trapani è profondamente ingiusto e giuridicamente errato, anche perché contraddetto da decisioni assolutorie emesse sugli stessi fatti da tutti i giudici che si sono occupati di queste vicende.

Carmelo Patti.

La sua totale estraneità a contesti mafiosi e stata tra l’altro accertata dalla Procura antimafia di Palermo che sin dal 21 febbraio 2001 ne ha chiesto e ottenuto l’archiviazione, e confermata dai piu importanti e attendibili collaboratori di giustizia fra cui Giovanni Brusca e Vincenzo Sinacori. Il Cavaliere Patti, inoltre, non è mai stato sottoposto a procedimenti penali per i reati di truffa e bancarotta che, incredibilmente, il Tribunale di Trapani ha creduto di poter ipotizzare dal nulla. Infine è stato assolto con ampia formula liberatoria dai reati di evasione fiscale che il Tribunale di Trapani, in aperta contrapposizione con le sentenze passate in giudicato, ha ritenuto di poter porre a fondamento dell’ingiusta decisione.

Il provvedimento del Tribunale di Trapani, purtroppo, rappresenta un vero e proprio cortocircuito della giustizia in quanto emesso in violazione di tutti i principi che regolano le misure di prevenzione, e si pone in aperto abbandono di quei principi fondamentali ribaditi con forza, anche di recente, dalla Corte di Cassazione, dalla Corte Costituzionale e dalla Corte dei diritti dell’uomo.

Crediamo nel nobile valore della Giustizia e siamo assolutarnente certi che l’Autorita giudiziaria saprà riconoscere la correttezza dell’operato del Cavaliere Patti restituendogli, ancorché post mortem, quell’onorabilita e quella dignità che un provvedimento cosi ingiusto ed errato ha pensato di poter macchiare.

Avv. Francesco Bertorotta
Avv. Prof Angelo Mangione
Avv. Luciano Infelisi

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Comunicato Stampa