Il Comitato “Orgoglio Castelvetranese” scrive al Presidente Mattarella

Come procede la battaglia del Comitato “Orgoglio Castelvetranese” per il no al declassamento dell’ospedale “Vittorio Emanuele II”? Seppur in questi giorni di festività il gazebo allestito davanti il nosocomio è rimasto chiuso, il Comitato non è rimasto fermo. Ed è notizia di oggi che il vice Presidente Franco Messina ha inviato una raccomandata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per informarlo della battaglia che si sta conducendo a difesa dell’ospedale.

Nel plico è stata inserita una lettera dove si narra la cronistoria, il documento approvato dai sindaci e affidato al Prefetto di Trapani e la copia dei due ricorsi straordinari firmati dal Comitato contro il piano dell’assessore Ruggero Razza e l’atto aziendale firmato da Fabio Damiani. «La nostra lotta civica che, nella colpevole assenza della politica e del trascorso commissariamento straordinario, non ha mai ceduto, ha proseguito nell’esprimere il grave disagio delle migliaia di cittadini belicini mortificati e maltrattati da provvedimenti regionali scellerati e illogici che vogliono trasformare in “carcassa” un intero ospedale», scrive Messina a Mattarella.

Il Comitato, intanto, ha già raccolto 2.500 schede elettorali ma continuerà a farlo nelle prossime settimane. Col Prefetto di Trapani, qualche giorno fa, si è svolta una seconda videoconferenza. Era stato lo stesso Tommaso Ricciardi a farsi interlocutore del disagio dei cittadini nei confronti delle istituzioni. Così il Prefetto è riuscito a parlare con Maria Letizia Di Liberti dell’Assessorato regionale alla salute, visto che l’Assessore non poteva a causa dell’emergenza pandemica.

Per i sindaci del Belìce è necessario andare avanti e intensificare le iniziative, «attraverso una rinnovata collaborazione operativa con il Comitato Orgoglio Castelvetranese Belicino e l’organizzazione sindacale provinciale della Cgil che preveda di allargare l’azione a livello regionale anche in considerazione del coordinamento dei Comitati per la salute di molti territori della Sicilia».

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Max Firreri