Che l’ex vice sindaco Biagio Virzì ci stava stretto dentro il M5S s’era capito da tempo. Sin da quando è uscito fuori la Giunta municipale, l’impiegato di banca aveva espresso, più volte in verità, il suo malessere da pentastellato. Come suo solito negli interventi articolati e con un linguaggio forbito aveva fatto capire che il M5S locale non era più quello che aveva vinto le amministrative, rifedendosi a metodi ed entusiasmo. Sino all’ultimo intervento d’addio al M5S, in cui, riferendosi al movimento, ha parlato di «autocrazia, anzi il non ascolto quale metodologia».

I pentastellati, insomma, non sono più quelli della vittoria del 2019. E i numeri in consiglio parlano chiaro, perché il sindaco Enzo Alfano non ha più la maggioranza, rispetto a quella schiacciante di cui godeva all’inizio del mandato. «Il M5S ha trovato una città con tante problematiche – commenta il capogruppo pentastellato in consiglio Aldo Tripoli – e ci siamo impegnati, anima e corpo, per trovare soluzioni. Forse si poteva dare di più, certo, ma posso dire che tante problematiche sono state risolte». Tripoli ribadisce che «nel nostro programma elettorale non abbiamo scritto che avremmo fatto mari e monti, ma oggi in consiglio comunale, ad esempio, possiamo affermare che c’è trasparenza e pulizia». Il riferimento velato è forse al passato, alle vicissitudini del Comune che finì sciolto per mafia.

Ma quale destino avrà ora il M5S? «Stiamo lavorando alla ricostituzione del movimento tramite il lavoro territoriale – chiarisce il capogruppo Tripoli – noi crediamo al M5S e la nostra missione è andare avanti». Se Tripoli parla di ricostituzione ammette le fratture. Quelle che, forse, hanno fatto decidere a Virzì di lasciare e che i pentastellati sono bravi a non fare trapelare.

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