Il caso di ieri del bambino nato tra l’ambulanza e il pronto soccorso dell’ospedale di Castelvetrano apre una riflessione seria su sanità e territorio. In questi anni si è fatto un gran parlare attorno allo smantellamento dell’ospedale di Castelvetrano: la società civile ha fatto la sua parte (tanta), mentre la politica, a conti fatti, ha fatto cilecca. Così da mesi abbiamo assistito al trasloco di interi reparti verso l’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo e nei prossimi mesi, attuando il piano aziendale di razionalizzazione, assisteremo al depotenziamento di altri reparti. Il caso di ieri, dicevamo, apre una riflessione su una tematica semplice ma pare diventata complicata, cioè quella di sanità e territorio.

L’analisi inizia dai retroscena di ciò che è successo ieri. La signora che porta in grembo il bambino viene prelevata a Gibellina da un’ambulanza del 118 e deve raggiungere l’ospedale di Mazara dove c’è la Neonatologia e la Pediatria. Il parto precipitoso, però, costringe i sanitari del 118 a deviare verso l’ospedale di Castelvetrano. Sarà il personale del pronto soccorso a far nascere il bambino in emergenza. Ma presso il nosocomio non c’è più la Pediatria e neanche la Neonatologia. Ecco che spunta il nodo di trasferire sia la mamma che il bambino a Mazara. Telefonate tra i due nosocomi mentre il tempo scorre. I pediatri sono a Mazara: chi deve trasferire mamma e bambino? Alla fine saranno il primario del Pronto soccorso Pippo Giammarinaro e un’infermiera a farlo, consegnando agli specialisti ostetrici e neonatologi a Mazara la mamma e il bambino.

Tutto è andato bene. Ma potevano esserci altre complicazioni. Da qui sorge la riflessione costellata di domande che dovrebbero porsi, soprattutto, i politici e chi gestisce la sanità in Sicilia. Quando si fanno certe scelte si guarda con attenzione al territorio? Alle distanze? Alla percorribilità delle nostre strade? Ai bacini che servono gli ospedali? È stato giusto svuotare di servizi utili un ospedale come quello di Castelvetrano che serve un bacino ampio come quello della Valle del Belìce? Intanto riflettiamo, facciamo i nostri auguri alla mamma e al piccolo nato ieri tra l’ambulanza e le sale del pronto soccorso di Castelvetrano.

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