Il Sindaco della città di Castelvetrano, Dr. Giovanni Pompeo, dopo le ultime notizie apparse sulla stampa, in merito all’avvistamento di un furgone bianco, dietro il quale vi era una scritta che i giornali hanno subito identificato come un chiaro riferimento al latitante Matteo Messina Denaro, ha deciso di diramare una nota per stigmatizzare l’accaduto:
“Ancora una volta abbiamo assistito alla demonizzazione di una città e dei suoi abitanti, subito tacciati di essere conniventi ed addirittura di idolatrare uno spietato assassino, sol perché un fruttivendolo aveva deciso di scrivere sulle fiancate del suo furgone una frase, probabilmente di dubbio gusto, ma che nulla aveva da spartire con il boss latitante.
Ai tutori dell’ordine è bastata un indagine di poche ore per fare luce sulla vicenda, e mi rammarica pensare che anche i solerti giornalisti che hanno subito gridato al mostro, avrebbero potuto fare la medesima scoperta senza diffondere inutili allarmismi e senza gettare ulteriore fango sulla nostra città.
Infatti la notizia è finita anche con il girare su Facebook e su vari siti di informazione, ma quando la vicenda si è rivelata una bufala,non ho trovato analoga rilevanza né adeguati spazi sulla stampa. Ma non è la prima volta che questo accade, potrei citare diversi episodi, a cominciare da quanto accaduto ad un giovane attivista di Rifondazione Comunista, affrontato da coetanei che, a suo dire, lo avrebbero picchiato mostrandosi con magliette dedicate al padrino. Anche in quel caso si scrissero fiumi di inchiostro, ma a nessuno venne in mente di chiedere a quel giovane come mai, di un fatto così grave, non esista alcuna denuncia presso gli organi di polizia, ma solo denunce a mezzo stampa.
Noi non abbiamo mai chinato la testa, o misconosciuto il problema, anzi lo abbiamo sempre affrontato, portando avanti la nostra azione amministrativa nel solco della legalità, convinti come siamo che anche i piccoli gesti quotidiani, possano contribuire a modificare certe mentalità e certe metodiche che da noi non hanno trovato diritto di cittadinanza. Sento di parlare a nome di tutti quei cittadini onesti e laboriosi che sono stanchi di essere accomunati alla mafia ,sol perché hanno in comune il luogo di nascita con il più pericoloso dei latitanti di mafia.
I miei concittadini vogliono finire sui giornali per le bellezze culturali, archeologiche, naturali, eno-gastronomiche, o per gli esempi di imprenditoria sana e coraggiosa che riescono ad esprimere. Ai giornalisti rivolgo un appello: Perché non raccontate le storie positive di chi porta avanti con il sudore della fronte la propria attività, invece di continuare ad ammantare di mafiosità qualunque cosa accada nella nostra città? Perché se qualche idiota imbratta un muro a Trapani, è solo un deficiente, se lo fa a Castelvetrano diventa un adoratore di Matteo Messina Denaro? Noi continueremo a lavorare con operosità ed onestà, e siamo sicuri che verrà il giorno in cui queste due virtù faranno notizia.”
AUTORE. Comune di Castelvetrano
Castelvetrano è uno splendore di cittadina , la mafia è ovunque , i giornalisti è crudele dirlo ma fanno il loro lavoro io ho perso un fratello ed hanno archiviato il caso senza dirmi di che morte è morto .
Io sono cresciuta a castelvetrano e so che c’è storia cultura ecc….amo questa zona con i suoi pro e contro !!!
Ma non associamola alla mafia questo no non ci sto!
L’articolo pubblicato sul quotidiano La “Sicilia “ non credo fosse assertivo nella misura in cui si limitava a narrare un fatto realmente accaduto, quanto piuttosto dubitativo in un contesto che si vorrebbe far credere tranquillo, quando invece le operazioni di polizia confermano che nella città degli ulivi e del pane nero qualcosa eppur si muove. La demonizzazione cui allude il Sindaco è semplice informazione ed io non mi sono sentita né offesa, né ho gridato allo scandalo quando ho letto di un furgone bianco dalle scritte inquietanti, ho piuttosto pensato che esistono giornalisti in prima linea che “osano”, giornalisti accreditati che ricevono minacce perché parlano troppo laddove la mafia si nutre di silenzio e nel silenzio partorisce disegni criminali. Castelvetrano è culla di mafia, perché nasconderlo? Perché il Sindaco, che pure è stato fatto oggetto di minacce, tende a sottovalutare alcuni episodi, trincerandosi dietro una scorretta informazione, laddove sostiene che il giovane attivista di Rifondazione Comunista non ha sporto denuncia? Si informi meglio signor Sindaco, Lei può entrare nel privato degli organi inquirenti, noi ci limitiamo a tutelare una privacy. I fiumi di inchiostro servono e non sono mai sufficienti, ce ne vorrebbero di più e i cittadini onesti e laboriosi non hanno di che lamentarsi anche se il problema investe tutti, nessuno escluso. La difesa ad oltranza di una sicilianità vergine e la stanchezza nel vedersi accomunati con cosa nostra solo per le origini, ricordano l’attacco del signor Cuffaro al magistrato Giovanni Falcone, alle sue “ buffonate”, al “danno che si fa alla Sicilia”. Sta di fatto che negli anni lo stesso è stato barbaramente ucciso dalla mafia mentre il suo accusatore è stato condannato in appello a sette anni di reclusione per favoreggiamento aggravato dall’avere agevolato la mafia e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Inoltre le recenti dichiarazioni del Capo del Governo : “La mafia italiana risulterebbe essere la sesta al mondo ma è quella più conosciuta” anche per i film e le fiction che ne hanno parlato, come le serie della “Piovra” e in generale la letteratura, “Gomorra e tutto il resto”,rimandano ancora ad una presumibile colpa nei confronti di chi parla o scrive di mafia. Non ci è dato sapere chi sia stato l’artefice di quella pagliacciata, né che sia stata una carnevalata,lo apprendiamo dalle dichiarazioni del Sindaco e credo che neanche il giornalista lo sapesse; meno male, mi viene da dire, le cattive cose di pessimo gusto possono essere smascherate.
Non si lamenti il Sindaco di giornalisti che non valorizzano il territorio, credo piuttosto che ce ne siano abbastanza sia nella carta stampata quotidiana , sia nei mensili locali e poi nelle radio e nella televisione cittadine, la città non manca di vetrine, manca tutto al più di gratitudine per chi avvista segnali e li racconta.
Maria Antonietta Garofalo
Poesia del Satiro Danzante
(çiùscia lu vientu contru li tinti mafiusi)
Ddassutta, intra ô mari scuru,
çiùscia lu ventu,
accarizza e sbognia
u Satiru Danzanti.
“Ar’en pannuchìois choroìs
thèso potè leukòn
pòd’ anabakcheùousa… ”
“Porrò nei cori notturni
un giorno il mio piede nudo
al rito del baccanale,
getterò indietro il capo
all’abbraccio dell’aria
madida di rugiade”.
Çiùscia, çiùscia lu ventu
si u Satiru Danzanti
ggiri e ti rriggiri nfunnu ô mari
vuotiti, talia i stiddi cû s’occhi chiarì
aggrappiti alli rriti, nun ti scantàri
nièsci fora rri stu mari
“… dèran aithèr’es droseròn riptous’
Çiùscia, çiùscia lu ventu
ro Satiru Danzanti
çiùscia intra i cori lu ventu
ro Satiru Danzanti
ggira ggira ggira, raggiu rri suli,
rrivutusu ciuffu rri mari
ggira ggira ggira, sini liggeru comu l’aria
niscisti p’abbrazzari chista terra rri Mazara
ccà, ora çiuscia lu Gricali,
Çiùscia, çiùscia lu ventu
ro Satiru Danzanti
çiùscia nâ lu criteriu lu ventu
si u Satiru Danzanti
ggira ggira ggira, bbabbaluci ntra lu mari
ggira ggira ggira, comu u mulu intra l’ària
i varchi chini i pisci ànn’attraccatu
ora si, sipo’abbanniari.
Accattativi u pisci,
u pisci friscu.
“Chi pisci aveti? ”
Avemu trigni, murruzzu, calamari e cernii.
“Fatimini ddu chila”.
Chi vi dugniu, a cernia?
“nasì. ddu chila”.
Accattativi u pisci,
u pisci friscu.
Çiùscia, cci à aricchi tisi lu ventu,
si u Satiru Danzanti
çiùscia, teni a cura lu ventu,
si u Satiru Danzanti
ggira ggira ggira, taràntelli antichi poi ascutari,
“… nirinanni”
riggiriti nta l’ària, a sikinnis e a cordax poi danzari
“ittannu a ‘nnarrieri a lussurriggianti unna rri li to capiddi,
ca si sullievunu nta l’ària”
“… anapàllon
trupheròn te plòkamon eis aithèra rìpton… “.
Çiùscia, ntra sta puisia, ca fà mbriacari, lu ventu
Çiùscia, mmenzu e strati e nâ ggenti, lu ventu
Çiùscia, nê campanari e nâ li scoli, lu ventu
Çiùscia, contru i tinti mafiusi, lu ventu
ro Satiru Danzanti.
Autore: Salvatore Azzaro da Giarratana poeta e cantautore impegnato contro la mafia
collabora@familiarivittimedimafia.com
ascolta e scarica gratuitamente la versione musicata e cantata sul sito:
http://www.salvatoreazzaro.it
info@salvatoreazzaro.it
http://www.scrivere.info
In ricordo del fraterno Amico, l’Eroe Maresciallo Giuliano Guazzelli.