In uno scenario di una Sicilia messa in ginocchio dalla ferocia della mafia viene raccontata una stagione di sangue e l’inizio della lotta dello Stato a Cosa Nostra. Un film pieno di vendette e tradimenti il cui protagonista è Tommaso Buscetta, “boss dei due mondi” interpretato da Pierfrancesco Favino, per la regia di Marco Bellocchio, nel cast anche Fabrizio Ferracane nel ruolo di Pippo Calò, il cassiere della mafia.

E’ il set de “Il traditore”, film dedicato alla storia di uno dei primi pentiti di Cosa Nostra.
Il carismatico personaggio braccato in Brasile dai “corleonesi” di Riina viene raccontato attraverso l’amicizia con il giudice Giovanni Falcone e la testimonianza al maxiprocesso che mise in ginocchio l’organizzazione mafiosa per concludersi, dopo le accuse al processo Andreotti, con la sua scomparsa nel 2000 a Miami, dove Buscetta morì per malattia e non per mano della mafia.
Le riprese iniziate a febbraio si muoveranno tra il Brasile e Miami poi Palermo, Catania, e Butera, nel castello di Falconara.
Interpretare ruoli impegnativi non sempre e’ facile per calarsi nel personaggio, gli abbiamo chiesto come fa a immedesimarti in un mafioso? Qual e’ la parte più difficile? Molto spesso ha ricoperto ruoli di cattivi in una Sicilia martoriata, trovandosi a recitare ruoli che vivendo in questa terra hanno anche segnato la sua infanzia.
Cosa si aspetta dal futuro, cosa gli lasciano i suoi personaggi e come e’ stato lavorare in un cast cosi ricco di attori straordinari che pero’ spesso interpretano una terra che non e’ la loro.
Ecco cosa ha risposto!
Essere attore a mio avviso è fare un atto di corruzione,Sapersi corrompere per essere e diventare altro da me
In un personaggio cerco di pensarlo in più colori possibili in più dettagli,
cerco di capirne i modi di fare che ha … poi se le sceneggiatura ti da una mano nel senso
che ti disegna bene un personaggio, allora magari chiedi anche al regista come lo vede anche lui.Beh mafioso o no, vedi come si muove come parla come guarda ...
L’ essere mafioso dipende dal tipo di scene che vai a girare … una cosa è sparare ad una persona una cosa è minacciarla con un sorriso. Ho interpretato Vito Maranza nel capo dei capi o Toto’ Platania in squadra antimafia … il genere fiction è un prodotto televisivo che viene molto seguito, poi se fatto bene, diventa un buon risultato professionale.Il pubblico segue questo genere intanto perché ahimè la nostra storia italiana purtroppo è piena di prepotenza, di malaffare, di giustizia sbagliata poi perché il cattivo ha sempre più fascino del buono.In Anime Nere, Luciano il mio personaggio è un padre a cui il figlio sfugge e dove tutto si svolge in un ambiente malavitoso Calabrese ma è una tragedia in cui vengono a galla rapporti tra fratelli, tra marito e moglie a dimostrazione che il bene e il male non sono solo al Sud.Adesso riprendo con Rino Marino con la nostra compagnia sia Ferrovecchio che La Malafesta abbiamo delle date in Calabria poi Messina, San Cataldo e a febbraio saremo al piccolo Bellini di Napoli … poi sempre con il teatro andrò in tournée con il Tito una riscrittura di Michele Santeramo per la regia di Gabriele Russo e sono felice perché reciterò in un teatro dove ho sempre visto spettacoli ed ho sempre immaginato di calacare quel palco, mentre a maggio lo farò e parlo del teatro Argentina di Roma …Ho conosciuto Pierfrancesco Favino ed è stata una piacevole sorpresa perché è un ragazzo meraviglioso disponibile pronto al confronto e soprattutto all’ ascolto…chiede anche dei consigli.Ho conosciuto Luigi Lo Cascio, attore che stimo molto e che secondo me nel film di Bellocchio ha fatto un interpretazione di Contorno spettacolare … ma poi Calcagno, Praticò, Caldarera e tanti altri sul set di Bellocchio, umanamente di altissimo livello.Invito i miei concittadini a venire a teatro che fa tanto bene vederlo … a me emoziona ancora quando vedo uno spettacolo bello e degli attori bravi che emozionano … li invito al cine teatro Marconi dove quest’ anno ho realizzato con Giacomo Bonagiuso la mia prima stagione teatrale… vi invito già giorno 20 novembre a vedere appunto un attore straordinario poco conosciuto ma forse a mio avviso straordinario in uno spettacolo che parla di un uomo a cui lo stato ha negato Ventidue anni di vita chiudendolo in carcere…la storia di Giuseppe Gulotta. E sono emozionato anche per questa esperienza di direzione artistica.