La carta d’identità scaduta, sgualcita, illeggibile. Il presidente non ha voluto sentire ragioni.
– Niente da fare, mi spiace.

Siamo in Sicilia, in una domenica di sole. Ma non è una domenica qualsiasi. E’ il 6 maggio 2012 e si vota per le amministrative.
A Cosimo la città non gli appartiene più da quando si è trasferito a pochi chilometri di distanza, ma la residenza ce l’ha ancora lì.
Non che gliene freghi granché, sarebbe rimasto volentieri a casa, ma in tanti gli hanno detto che è meglio andare, per evitare guai con lo Stato. E lui, dopo un giro a vedere le facce dei cartelloni, è andato.
Niente da fare però, non si può, quella carta di identità è davvero indecente.
Meglio rimetterla nel portafogli, salutare tutti e tornare a casa.

– Vadano al diavolo!  
Qualcuno però, dopo aver visto tutta la scena, si avvicina.
– Che problema ha il presidente?
– Ho la carta d’identità che cade a pezzi, non mi fa votare. Ma che succede se non voto?
Giacca, cravatta, carte sottobraccio e i-phone, il tipo dava l’impressione di conoscere la risposta a qualsiasi domanda.
– Possono succedere tante cose. Le potrebbero fare delle trattenute in più sulla pensione.
– Cosa posso fare allora?
– Venga con me.
Prima a scattare le foto e poi a firmare. Ed ecco pronta una nuova carta d’identità.
– Con questa il presidente la farà votare, ma meglio andare nel pomeriggio, è già ora di pranzo.

Non è male il pesce da queste parti. Soprattutto quando a pagare il conto è un altro. Come ricambiare?
– Questo è il mio fac-simile elettorale. Si ricordi di me, una volta in cabina.
E chi se lo scorda.
Da quel giorno, Cosimo porta il santino sempre in tasca.
– Non si sa mai – dice – non ho una buona memoria, ogni tanto riguardo la foto. Se lo incontro di nuovo magari mi faccio offrire il caffè.

Egidio Morici
www.500firme.it
Racconto basato su un episodio (uno dei tanti) accaduto in un comune siciliano, durante le elezioni amministrative del 2012.

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