Il maremoto più disastroso, paragonabile per numero di vittime a quello avvenuto il 26 dicembre nel Sud Est Asiatico, nel Golfo del Bengala, è quello che si verificò circa 10 minuti dopo il sisma del 1908 che distrusse Reggio Calabria e Messina provocando decine di migliaia di morti. Lo studio aveva evidenziato fin dal 2005 che il maremoto del 1908 non fu provocato direttamente dal sisma, come si riteneva, ma da una grande frana sottomarina, verificatasi nello Stretto di Messina a sud di Reggio Calabria, che fu innescata dallo scuotimento sismico. Il dato preoccupante che si porge all’attenzione dei cittadini e dei rappresentanti delle istituzioni è che le aree costiere italiane a rischio da tsunami, già individuate con vari studi, ancora non sono tutelate da interventi strutturali preventivi né da attive misure di monitoraggio, di didattica e protezione civile.
La ricerca espletata nelle aree più colpite dai maremoti del passato ha messo in luce che se si ripetesse oggi un evento simile durante il periodo balneare si registrerebbero scene drammatiche e luttuose simili a quelle verificatesi nel sud est asiatico durante il disastroso evento del 26 dicembre 2004. Il rischio da tsunami non è nemmeno preso in considerazione nei piani stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico. E’ evidente che bisogna recuperare il tempo perso e attivare idonei interventi di prevenzione al fine di preparare le aree costiere e la popolazione ad affrontare il rischio ambientale derivante da potenziali maremoti.
Alla luce dei risultati dello studio si evince l’importanza di elaborare linee guida per la valutazione del rischio da onda anomala delle aree costiere e dell’impatto ambientale sulle infrastrutture di notevole rilevanza (aeroporti, porti, centrali elettriche, impianti industriali, strade e ferrovie ecc.). Vanno altresì messi a punto e attivati adeguati sistemi di educazione ambientale (per es. come comportarsi qualora ci si trovi su una spiaggia d’estate e si avverta un terremoto, oppure si noti un improvviso e sensibile abbassamento del livello dell’acqua) monitoraggio marino e costiero ed elaborati i Piani di Protezione Civile Comunali tesi soprattutto a proteggere la popolazione durante il periodo balneare”.
“Temo – conclude amaramente il geologo napoletano – che per introdurre le necessarie “precauzioni” per stare più sicuri lungo le coste e le spiagge i rappresentanti delle istituzioni attenderanno il prossimo maremoto: speriamo che non sia disastroso”.
Peppe Caridi (meteoweb.it)
AUTORE. Peppe Caridi
e il vulcano ferdinandea che è fra sciacca e selinunte ve lo siete dimenticato…
Ferdinandea è un’isoletta innocua rispetto a Empedocle. Quello si sarebbe un problema.
La Ferdinandea è più vicina a Selinunte che a Sciacca. Precisamente si trova a Sud di 3 fontane. Quindi si trova tra Mazara e Selinunte.
FERDINANDEA fa parte di empedocle e l’impatto del terremoto del 1239 si nota ancora su selinunte.. non scherziamo…poi tutto il belice e’ frastagliato.ci sono fenomeni vulcanici come le terme di sciacca o il fiume caldo di segesta, piu’le cosidette macalube, cioè i vortici di fango come quelli in emilia, o di fuoco ardente in tutto il belice, con il cattivo odore di zolfo che tutti ricordiamo..il problema è la costruzione delle case o la negligenza della classe politica..dire che l’emilia non era sismica ,per giustificarsi ,è una boiata,la padania è stretta fra appennino e alpi, come una nocciolina tra lo schiaccianoci…il friuli è sismico ,i monti berici in veneto e tra vicenza e padova sono ex vulcani ,altro che non sismico..se poi non si sono voluti classificare i territori per specularci meglio, questo è compito della magistratura… come è successo come in certe parti del belice,tutta coplita allo stesso livello di sisma, ma con due classificazioni a pochi chilometri..
a quando il sindaco dichiarerà castelvetrano di prima categoria delle zone sismiche.. o dobbiamo aspettare di fare la fine dell’emilia…considerata a rischio zero pur avendo catastrofici terremoti di cui quello di cui si parla di ferrara del 1550…tocchiamoci e facciamo gli scongiuri..urge risposta alla poco serietà delle precedenti giunte al problema protezione civile…si interessi del problema protezione, invece di triscina e zone limitrofe…