«Se la situazione rimarrà questa io sarò costretto ad andar via da qui». Salvatore Tortorici, 32 anni, si fuma la sigaretta elettronica davanti la sua parrucchieria. L’ennesima della mattinata: «Stamattina ho lavorato con due clienti e dalle 10,30 sono rimasto con le braccia conserte», spiega. Tortorici fa il parrucchiere da 17 anni e lo scorso 21 dicembre, in piena pandemia coronavirus, ha deciso di aprire la prima attività tutta sua in via Biagio Militello a Castelvetrano. Un budello di strada che collega via Vittorio Emanuele II con la piazza del Comune: centro storico, quello dove, piano piano, sono scomparse quasi tutte le attività commerciali. Tortorici è stato, invece, coraggioso e così ha deciso di aprire la parrucchieria lì dove tutto è quasi finito. Saracinesche abbassate, appartamenti vuoti e palazzi anche pericolanti. Come quello che fa angolo tra la via Vittorio Emanuele II e la via Militello. Un vecchio immobile per il quale il Comune, anni addietro, intimò i proprietari a metterlo in sicurezza e, nel frattempo, ha transennato parte delle due sedi stradali. «Il passaggio pedonale nella piccola via era, comunque, assicurato – racconta Tortorici – e qualche cliente nuovo è arrivato». Qualche giorno fa il Comune ha deciso, invece, di chiudere al transito il primo tratto di strada della via Biagio Militello e di lasciare uno stretto passaggio (dal lato della fontana delle Ninfa) per chi deve raggiungere la parrucchieria e lo studio legale che si trova a primo piano. «Per la mia attività è stato un duro colpo – spiega Salvatore Tortorici – perché nella via non potrà transitare più nessuno».

«L’intervento si è reso necessario per una questione di sicurezza – spiega il Comandante della Polizia Municipale, Marcello Caradonna – il primo tratto è stato interamente chiuso perché il palazzo è su due elevazioni, mentre l’altro tratto a metà perché è pericolante soltanto il pian terreno». La storia va avanti dal 2017 e i tempi per la messa in sicurezza dell’immobile e la riapertura della strada non si prospettano certamente brevi. O intervengono i proprietari, oppure – in via sostitutiva – dovrebbe intervenire il Comune. Intanto Salvatore Tortorici è preoccupato per il futuro della sua parrucchieria proprio in quella via: «Se la situazione rimarrà tale io avrò forti ripercussioni per la mia attività – racconta – e dovrò pensare a trasferirmi in un altro posto, sostenendo altri costi e altri disagi».

 

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