Il 7 febbraio, la Regione Sardegna ha stabilito l’attivazione di un regime doganale di “zona franca” in tutto il territorio, la cui perimetrazione è coincidente con i confini naturali dell’Isola.
Lo stesso governatore Ugo Cappellacci ha firmato il documento con la richiesta al presidente del Parlamento e a quello della Commissione europea per fare in modo di inserire nel nuovo codice doganale comunitario anche la Sardegna e le sue isole circostanti tra i territori extra-doganali d’Italia in base al trattato di Lisbona.
Il nuovo codice doganale entrerà in vigore entro il 30 giugno e anche la Sardegna diventerà zona frana come Livigno, Campione d’Italia e le Canarie. Capellacci afferma quanto segue ”Ci apprestiamo a condurre una battaglia difficile, certi di avere il sostegno dell’Ue. Significa estendere ai benefici doganali anche quelli fiscali e del consumo”.
Una svolta epocale per il territorio sardo resa possibile dal Decreto legislativo 75 del 1998 e ai sensi dell’articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana che prevede l’impegno dell’Unione Europea nel ridurre il divario economico e sociale tra le regioni.
L’istituzione della zona franca – scrive nella delibera il presidente Cappellacci – consente di compensare lo svantaggio relativo alla natura insulare e ultraperiferica della Sardegna, di limitare il fenomeno dello spopolamento dell’isola e di mantenere la pace sociale.
L’attivazione della zona franca, sarà volta ad arginare la crisi che continua ad investire i settori produttivi della Sardegna e larghe fasce della popolazione con gravissimi disagi di tipo sociale e economico.
Andrea Impera, presidente regionale Associazioni del commercio e artigianato spiega “L’istituzione della zona franca trasformerà la Sardegna nella nuova Svizzera e permetterà il rifiorire dei piccoli commercianti e soprattutto dell’edilizia. Abbattere l’Iva ci consentirà di avere il carburante a costi bassissimi, di pagare pochissimo l’energia elettrica e di mettere in moto nuovamente tutto l’indotto legato al settore edilizio, un indotto ormai morto da anni e che ha ridotto sul lastrico intere famiglie. La zona franca ci permetterà di costruire a bassissimo costo e quindi favorirà gli investimenti”.
La decisione di trasformare la Sardegna in zona franca è stata presa da 240 Comuni dell’isola che hanno tutti deliberato per l’attivazione della “tax free”. Il primo comune a diventare la nuova Livigno dell’isola è stato Portoscuso che ormai da mesi, ha ottenuto anche il riconoscimento ufficiale di zona franca dalle Dogane.
In questo territorio non esiste più il ricarico sui prodotti dell’Iva e anche la benzina costa meno di un litro di acqua naturale. Adesso anche le altre 240 amministrazioni comunali sarde aspettano la stessa ratifica ufficiale delle Dogane per abbattere i prezzi e dare nuovo impulso all’economia del territorio. La Sardegna, da questa decisione davvero rivoluzionaria, deve aspettarsi una grande ricrescita.
fonte. worky.biz
AUTORE. worky.biz
Finalmente,l’iva ha ucciso l’economia.la SARDEGNA terra di sapori ,ospitalita’mai ostentata ha bisogno di richiamare i sardi che sono scappati per trovare lavoro e altri che investivano in regioni o nazioni piu floride .io personalmente sto ponderando di investire il mio tempo e le mie risorse nella mia SARDEGNA.