incendio keidea

foto d’archivio

Anche se l’inventario deve essere ancora completato è stato stimato che avrebbe provocato oltre due milioni di euro di danni l’incendio che domenica scorsa, in contrada Strasatto Paratore, ha distrutto un capannone in lamiera coibentata di circa 1.700 metri quadrati di proprietà dell’azienda “Keidea”, che nella vicina area commerciale vende arredi per interni ed esterni, oggettistica per il fai da te, il giardinaggio, articoli per la casa e molto altro.

Nel capannone, al momento del rogo che è stato avvistato da un vicino intorno alle 13,30, si trovavano tre container di merce – tra cui piscine, altri arredi per l’esterno, sedie e legname – che è andata irrimediabilmente perduta insieme con il capannone che era diviso in tre diverse aree comunicanti e all’interno del quale si trovava anche qualche muro in muratura.

Sul posto domenica per diverse ore sono intervenuti con i vigili del fuoco di castelvetrano anche altre squadre di loro colleghi dal comando provinciale di Trapani e dai distaccamenti di Alcamo, Salemi, Mazara del Vallo e Santa Margherita Belice (Agrigento). Nel pomeriggio, intorno alle 17,30, poi, è arrivata una ruspa con la quale è stata demolita una parte perimetrale del capannone in conci di tufo che stava per collassare. Le operazioni di spegnimento del rogo si sono protratte sino alla serata inoltrata, mentre per il raffreddamento della struttura si è operato sino alle 8 di ieri mattina. Intorno alle 10, sempre ieri, i vigili del fuoco sono dovuti tornare sul posto per un altro paio di ore per potere spegnere dei focolai che avevano ripreso vigore.

Intanto, mentre si cercano ancora le possibili cause dell’incendio (un vero e proprio sopralluogo sino a ieri non era stato possibile), i carabinieri della Compagnia hanno avviato una indagine nell’ambito della quale hanno già sentito i cinque soci dell’azienda “Keidea” ai quali, tra le altre cose, come da prassi in simili circostanze, è stato chiesto se hanno mai ricevuto minacce oppure richieste estorsive.

Alcuni anni fa l’azienda, che aveva sempre il nome “Keidea”, aveva subito un altro incendio di un capannone in via Seggio. Allora è stata accertata la natura accidentale del rogo innescato da quel che sembra dalla cicca di una sigaretta lasciata accesa.

Domenica l’incendio ha anche prodotto una nube nera di fumo che a detta dei vigili del fuoco era tossica e nociva in quanto dalla combustione del materiale plastico, di gomma e in tessuto che bruciava si sono sprigionati forgene e acido cloridrico e cianitrico.

di Margherita Leggio
per La Sicilia – Martedì 21 Maggio 2013

AUTORE.   Margherita Leggio