Palermo CalcioIntimidazioni ai dirigenti del Palermo Calcio sono state commissionate in passato dagli uomini dei boss mafiosi Sandro e Salvatore Lo Piccolo.

Il retroscena emerge dall’inchiesta che stamani ha portato all’arresto dell’avvocato Marcello Trapani e del procuratore sportivo Giovanni Pecoraro.

Il collaboratore Andrea Bonaccorso ha confessato di essere stato l’autore dell’intimidazione rivolta all’ex direttore sportivo del Palermo Rino Foschi, al quale tre anni fa venne recapitata un testa d’agnello mozzata.

Secondo il pentito il gesto venne compiuto su mandato dei boss Lo Piccolo, che volevano partecipare alla spartizione di alcuni appalti commissionati dal presidente Maurizio Zamparini e che riguardavano affari personali e non del Palermo Calcio. Gli inquirenti sottolineano nel provvedimento che ha portato all’arresto dei due professionisti che Zamparini non si è mai piegato alle intimidazioni ed ha, anzi, allontanato alcune persone dalla società sportiva in modo da evitare qualsiasi interferenza da parte dei mafiosi.


“Sia io che tutto il mio staff abbiamo sempre operato con la massima trasparenza: sono contento che da quest’inchiesta della magistratura emerga con chiarezza che la Palermo calcio è una società ‘pulita’, amministrata da persone per bene”. Il presidente del Palermo Maurizio Zamparini, commenta così gli sviluppi dell’indagine della Guardia di Finanza che ha portato oggi all’arresto dell’avvocato Marcello Trapani e del procuratore di calcio Giovanni Pecoraro, ritenuti vicini ai boss mafiosi Salvatore e Sandro Lo Piccolo. Questi ultimi sarebbero i mandanti di una serie di intimidazioni nei confronti dei dirigenti della società sportiva, per indurla a sottostare alle richieste di Cosa Nostra.

“Al di là di quello che è successo a Rino Foschi (l’ex direttore sportivo del Palermo a cui venne recapitata una testa d’agnello mozzata ndr) e che mi ha provocato grande dispiacere – spiega Zamparini – non ci sono stati altri tentativi di intimidazione nei confronti della mia persona. Anche perché mi conoscono e sanno che un minuto dopo sarei andato via da Palermo”. Il presidente ricorda che la società già un anno fa, quando erano emersi i primi elementi a carico di Pecoraro, aveva provveduto ad allontanare il procuratore.

(ansa)

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