Los Angeles Times
Di seguito un articolo di Tracy Wilkinson, del Los Angeles Times, per capire un pò perchè all’estero spesso ridono di noi.

In Italia, il crimine paga e può farti eleggere
Di Tracy Wilkinson, Los Angeles Times Staff Writer – 13 aprile 2008

ROMA – Questo fine settimana gli italiani possono scegliere sulla scheda fra un numero di criminali, condannati o stravaganti ballerini di TV. Per non parlare degli amici personali, parenti e, in un caso, il fisioterapista dei leader di partito che mette insieme i potenziali governanti.
La criminalità non squalifica per la corsa alla direzione di questo paese e non sono nemmeno necessarie le giuste competenze.

La stagione per la campagna elettorale del 62° governo dell’Italia in 63 anni, ha evidenziato la lunga serie di problemi irrisolti che minano il paese, ostacolando un cambiamento importante e mettendo il bastone tra le ruote al paese che una volta era una favolosa icona della cultura.

Un bellissimo, romantico paese con paesaggi di oliva-chiazzato, piazze acciottolate e famosa per il suo cibo, moda e “bella figura”, oggi l’Italia è una terra ricca di corruzione, degrado economico, politico, dilagante impunità e di un rapido declino della qualità della vita. L’inflazione è tra le più elevate in Europa occidentale e la crescita è la più bassa, con il numero delle persone più povere in costante aumento.

Il comportamento delle imprese è un’ oscura e frustrante esperienza, a meno che non siate la mafia, al momento la più grande impresa in Italia, che rappresenta il 7% del prodotto interno lordo, secondo la Ass. degli Industriali Italiani.

La magistratura raramente funziona: i casi possono non languire per anni, ma per decenni. I membri del Parlamento italiano sono i più pagati in Europa, ma, secondo il parere di molte persone, i meno efficaci, una elite che si autosostiene e che sembra affondare con il paese.

“Con il suo stile bizantino e decadente della politica, l’Italia è a un punto di non ritorno”, dice il sociologo Luca Ricolfi, autore di un scottante critica intitolata “L’arte di non-governo”.

La mancanza di responsabilità civica vince ogni volta il dovere. E non ci si aspetta più che le elezioni nazionali che si svolgono oggi e lunedì possano cambiare le cose.

L’uomo dei sondaggi è il leader Silvio Berlusconi, un fiammeggiante miliardario tycoon che, a 71 anni, sarebbe il primo ministro per la terza volta. Ha garantito condizioni di stabilità, ma è ampiamente accusato di governare per arricchire se stesso, il suo impero dei media e le sue amicizie.

Berlusconi, il capo di una lista che comprende il suo fisioterapista e un impenitente fascista, così come più donne di centro-destra che Berlusconi ha definito la scorsa settimana “sicuramente piu belle” di quelle di sinistra . Tra di loro c’è uno dei voluttuosi ballerini normalmente presenti con abbigliamento succinto nelle sue reti televisive.

Il suo principale avversario è Walter Veltroni, un popolare sindaco di Roma ed ex comunista, che ha cercato di riformulare se stesso come un elemento di cambiamento, nonostante i suoi decenni in politica. Dirige la coalizione uscente d’Italia dopo la celebre frattura tra sinistra e partiti di centro-sinistra.
L’entusiasmo tra gli elettori è penosamente basso. Le percentuali di interesse dei telespettatori TV per le recenti interviste con Berlusconi e Veltroni sono state schiaccianti a favore di una vecchia serie televisiva italiana di detective.

Gli italiani hanno guardato un governo disastroso seguire un altro governo disastroso: dal disperato, rattoppato tentativo di vendere la compagnia aerea nazionale; ad una mafia alimentata dalla crisi delle istituzioni, cumuli di rifiuti non smaltiti che hanno travolto il sud e causato la compromissione della fornitura di mozzarella, per la prematura caduta del governo uscente provocata da un singolo politico colpito dall’arresto di sua moglie e da accuse di corruzione.

Gli italiani si arrabbiano circa le circostanze, ma la rabbia di routine non porta a cambiare. Ci sono molti motivi, tra cui il peso dato alle regioni, fedeltà oltre la coscienza nazionale, l’eccessiva fiducia nella famiglia ma non in altro, meno di tutte nell’autorità, il ruolo palliativo dell’ ancora dominante Chiesa cattolica romana. E nonostante tutte le lamentele gli italiani, fino a poco tempo fa, hanno vissuto abbastanza comodamente.

Oggi invece la risposta è rassegnazione, apatia e impotenza: gli elettori italiani non ritengono di avere effettive possibilità di scelta e il governo non porterà loro beneficio, spingendoli sempre più lontano da un ruolo attivo nella democrazia. Una classe marcia, con un chiaro interesse a mantenere lo status quo, blocca una vera riforma.

“Si tratta di un sistema che sta devastando gli italiani, succhiando le migliori energie del paese, impedendo uno meritocrazia in via di sviluppo e costringendo tutti a giocare un gioco”, ha dichiarato Alexander Stille, un accademico, esperto conoscitore di dinamiche socio-politiche italiane. “L’Italia è sempre stato un luogo dove la gente sente che… a meno che non si imbrogli o si infranga le regole, tutto sembra andare contro gli italiani.”

L’anno scorso, un libro per la prima volta ha messo in versi e lettera i sospetti di corruzione ufficiale a lungo tempo nascosti, “La Casta : Come i politici italiani sono diventati intoccabili” divenne un best-seller e ha innescato un dibattito che ha attanagliato la nazione per mesi. Il termine “casta” e’ entrato a far parte del lessico nazionale ed ora è universalmente utilizzato per descrivere un pigra, viziata élite politica.

Tra le rivelazioni infuriate del libro:

· Membri del Parlamento italiano l’anno scorso hanno avuto il più alto dei salari in Europa (oltre il 50% superiore a quello britannico, tedesco e francese).

· Il costo per sostenere il Parlamento italiano è il più elevato di ogni altro paese in Europa – 10 volte di più della Spagna. Nel corso dell’ultima legislatura, 16 legislatori sono stati condannati per crimini (continuando a rimanere in carica), e altri 10 circa erano sotto giudizio penale.

· “E ‘impossibile modificare la situazione fintanto che le persone sono uguali”, ha detto Sergio Rizzo, giornalista e coautore di “La Casta” con il collega Gian Antonio Stella. Catalizzando il malcontento, l’irriverente comico Beppe Grillo ha organizzato grandi manifestazioni in tutto il paese, raccogliendo centinaia di migliaia di firme di persone che vogliono un termine massimo per i legislatori e il divieto di essere rappresentati da criminali. Schivando i tradizionali mezzi di trasmissione e di stampa (che si ritiene siano controllati da interessi particolari), utilizzando Internet e il passaparola, si rivolge in particolare ai giovani. Oggi Grillo guida un vero movimento, che ha candidati anche in campo regionale.

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Trad. R.R. Meetup “I Grilli di Castelvetrano-Selinunte”

Egidio Morici
www.500firme.it

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