Se ho fatto per meno di un anno il consulente a 500€ al mese, l’ho anche fatto, per molto più tempo, a titolo affatto gratuito, senza ostentarlo o suonar la tromba. E visto che siamo in argomento, mi verrebbe da chiedere a qualche improvvisato giornalista – a cui non farebbe male qualche ripetizione di sintassi italiana – se è mai entrato nei locali dell’archivio storico e notarile, in via Garibaldi 18, se si è mai chiesto chi, come, quando, perché, con quali risorse, con quali mezzi, in quanto tempo è riuscito a riordinare una montagna di 10.000 (diconsi diecimila) volumi che giacevano all’acqua e al vento, sparsi nei vari magazzini comunali, dividendoli in fondi, ripartizioni, sezioni, indizioni, secoli, anni, autori, atti, minute e bastardelli, salvando da distruzione certa la memoria storica di questa città. Tale operazione, costata al Comune euro 0 (diconsi zero), ha permesso tra l’altro, dopo 100 anni, che si determinasse finalmente lo status giuridico dell’archivio, e ha riscosso l’apprezzamento della Soprintendenza Archivistica che ha consentito a Castelvetrano il privilegio (unico in Sicilia) di mantenere in loco le carte della sua storia e di non versarle, in deroga alla legge, nei fondi dell’Archivio di Stato.
Mi piacerebbe ancora che qualche indefesso fustigator di costumi si informasse presso gli operai del Comune se, per caso, conservano il ricordo di un certo assessore che ogni mattina li attendeva in magazzino per verificare, secondo le disposizioni del dirigente, l’andamento del loro lavoro, le condizioni del loro equipaggiamento, quello dei mezzi e delle attrezzature, restando molte volte in loro compagnia sino alla fine del turno. Come pure, sarebbe bene che i novelli Savonarola, girando per le strade di Castelvetrano, si interrogassero su chi, come, quando, perché, con quali risorse, con quali mezzi, in quanto tempo è riuscito a riordinare integralmente la toponomastica cittadina, quando una volta si sarebbe devoluto il tutto ad una pletorica e profumatamente pagata commissione ad acta. Sono solo esempi, fra le decine che potrei addurre non per vanagloria personale, ma a vergogna e disdoro di chi intinge la penna nell’acredine e nell’astio più becero e triviale, e fa della calunnia il suo pane quotidiano, incapace com’è di affrontare un dibattito sui contenuti e sulle idee.
Ma tant’è: c’è chi si è impegnato sul serio per questa città e c’è e chi vagheggia i tempi in cui si consentiva di costruire sulla battigia e le opere pubbliche si realizzavano nei plastici, come da Vespa, o si mandavano le ruspe ad abbattere le chiese, o si inauguravano per finta musei e teatri; c’è chi scrive libri e c’è chi sparge sterco col ventilatore. Per fortuna, contro questi ultimi, vale sempre il vecchio adagio popolare: raglio d’asino non sale in cielo!
AUTORE. Francesco Saverio Calcara
su alcune cose che esulano da questo articolo non la penso come lei, ma per il resto nulla da eccepire. Purtroppo di persone col cervello ad intermittenza ce ne sono tante!
caro francesco il clima preelettorale induce sempre più spesso qualcuno ad accendere micce sperando in qualche grande incendio, ma rimarrà deluso. Ricordati che la pazienza è la virtù dei forti e la compostezza quella dei giusti. Le persone come te, che contribuiscono con il loro sapere ed il loro lavoro a creare spesso qualcosa di positivo in questa città, hanno la mia profonda stima, amicizia e solidarietà.
Le esprimo, gentile professore, la mia totale solidarietà e mi compiaccio per la pacatezza e la puntualità della sua replica. Per formazione e cultura, non condivido molte delle sue idee, ma le riconosco onestà intellettuale e grande preparazione.
Spero solo che il clima preelettorale non si avvilisca in polemiche così miserevoli come quella a cui, in questi giorni, siamo costretti ad assistere, con incursioni anche nella sfera privata delle persone.
Caro professore, lei mi ha riempito le pagelle di quattro, ma ha anche riempito il mio cervello di strumenti di crescita; ed è l’unico dei miei insegnanti che ancora ricordo con ammirazione dopo tanti anni. Le esprimo pertanto tutta la mia solidarietà. Chi la conosce la apprezza e la apprezzerà sempre e non si lascerà impressionare dallo “sparlìo” così tipico, purtroppo, nella nostra città. Mi sembrava giusto tributarle questo pubblico attestato di stima, anche come segno di riconoscenza per tutto quello che lei, con grande dedizione, ha fatto per me e per i miei compagni.
Caro professore in questo paese chi dice la verità butta fango!!! Menomale che stiamo arrivando a Maggio, così le scorie vanno via !!!!!!!
In questo paese si fabbricano “verità” per sentito dire e, guarda caso, sempre a ridosso delle elezioni.
Esprimo tutta la mia solidarietà al prof. Calcara, anche per la puntualità e la compostezza della sua replica. Come sempre, lei ha risposto con inoppugnabili dati di fatto, laddove altri sono costretti a continuare ad azionare il ventilatore.