Farmacie a «battenti chiusi», sino al prossimo 31 agosto, nelle pause pomeridiane e serali a Trapani, Alcamo, Castelvetrano, Erice Casa Santa, Marsala e Mazara del Vallo.
Lo ha disposto il prefetto Leopoldo Falco facendo seguito a una richiesta del presidente di Federfarma Leonardo Galatioto finalizzata a «scongiurare il pericolo di aggressioni e rapine alle farmacie di turno durante l’intervallo pomeridiano e nelle ore serali».
Conseguentemente i «battenti chiusi» saranno dalle 13,30 alle 16,30 e dalla chiusura serale fino alle 22. La notizia è stata resa nota dall’amministrazione comunale del capoluogo. Il provvedimento del rappresentante del governo torna dopo alcuni anni, dopo che si è registrata, un po’ in tutto il territorio provinciale, una recrudescenza di rapine e furti ai danni dei farmacisti.
E’ una legge che impone ai farmacisti dei Comuni con un numero di residenti superiori a 25mila di rimanere aperti dalle 13,30 alle 16,30, ma per motivi di sicurezza vi si può derogare ed è proprio quello che è accaduto nel Trapanese. Il prefetto, dunque, ha accolto la richiesta di Federfarma. Le farmacie che operano nei Comuni più piccoli non hanno l’obbligo di rimanere aperti nelle pause pomeridiane, le altre sì e, inoltre, anche se effettuando dei turni, devono garantire il servizio 24 ore su 24. Trapani ed Erice, territori contigui, per agevolare gli utenti organizzano i turni insieme e la sera e nei festivi garantiscono l’apertura di due farmacie, una nel capoluogo e l’altra nel territorio a valle della città medievale, a Casa Santa.
Quello della delinquenza comune, comunque, non è l’unico problema della categoria che, come tutte le altre avverte, già da alcuni anni, la crisi economica che ha indifferentemente investito tutti i nuclei familiari oltre che le imprese dei vari settori. Da un lato, infatti, è l’abbassamento dei prezzi di diversi medicinali ad avere ridotto la dovuta remunerazione ai farmacisti da parte del Servizio sanitario nazionale, mentre dall’altro lato sono gli utenti ad effettuare meno acquisti. La gente, insomma, sfiancata dalla crisi e dal minore potere d’acquisto risparmia pure sui farmaci, in particolare quelli cosiddetti da «banco» e ciò contribuisce ai minori incassi dei farmacisti.
Margherita Leggio
per La Sicilia