È quanto ha affermato, a margine del raduno nazionale dei giovani di Libera, a Scandicci (Firenze), il presidente e fondatore dell’ associazione, don Luigi Ciotti.
«560 miliardi di euro è qui che bisogna andare a sottrarre tutto quello che è frutto di violenze ed illegalità, e soprattutto di sopraffazione, verso la vita e i diritti di tutte le persone. Ma la lotta alla mafia – ha ricordato il sacerdote – si fa a Roma, dove si fanno le leggi per contrastare questi crimini, e dove si possono fare anche leggi per avviare vere politiche sociali, sostegno alle famiglie, sostegno alla cultura, perchè è la cultura che dà la sveglia alle coscienze».
Don Ciotti ha poi parlato del grande problema del lavoro giovanile «che non c’è, non si trova. Abbiamo 2 milioni e 200 mila ragazzi che cercano un impiego senza riuscirci – ha detto – è un momento di grande fatica, grande impoverimento, nel quale le mafie possono raccogliere nuove leve. Anche questo è un fronte sul quale bisogna agire». Alla mattinata di incontri, tenuta nel palazzetto di Scandicci, hanno preso parte, tra gli altri, anche il prefetto e il questore di Firenze, Paolo Padoin e Francesco Zonno.
AUTORE. ANSA
Padre mi perdoni: quanto ci costano i politici con tutti i loro vizi e privilegi? Ha mai fatto il conto? Forse sono migliori della mafia?
beh…anche la chiesa non scherza come spesa da far gravare sui cittadini…
sicuramente la sig. Anna ma anche il sig.Paolo conoscono
poco Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie il cui fondatore è don Luigi Ciotti.
Cordiali saluti
Libera Castelvetrano
@Presidio libera: nei nomi e numeri contro le mafie, sono compresi i privilegi e gli inciuci dei politici? Secondo voi è normale che chi dovrebbe essere al servizio dei cittadini, non fa altro che tartassarli di tasse e oneri fiscali e loro sguazzano nel totale benessere e se ne sbattono se il popolo muore? Dove stà la differenza tra il morire di mafia o di politica? Semplicemente nell’accorciare la sofferenza: la mafia ti elimina subito e la politica ti concede di morire lentamente e n’suppilu,n’suppilu! Alla fine per il popolo la sentenza non cambia di molto: sempre la fossa ci attende!