la sputacchieraCapisco che si tratta di un argomento poco pulito ai giorni d’oggi, ma si parla d’altri tempi; quello che oggi sembra assurdo era normalissimo una volta. Era composta da un recipiente, generalmente una cassetta di legno, bassa e piena di segatura o di sabbia, dentro di cui si sputava; la sua invenzione risale al 1800 e la sua scomparsa, perchè antigienica, avvenne intorno agli anni ’50 – 60.

Ricordo benissimo che tutti i barbieri ne tenevano almeno una nelle loro sale da barba, per evitare che i clienti sputassero direttamente sul pavimento. Si vedevano spesso anche nei locali pubblici. I maschi fumatori allora erano moltissimi. Essi incominciavano a fumare da giovani per emanciparsi e darsi una certa importanza; da adulti diventavano fumatori incalliti con problemi respiratori non curati e TBC, molto contagiosa,  che allora faceva strage di vite umane.

La tosse e “lu scraccu” (l’espettorato) era la prima conseguenza; lo sputare per terra era quasi una moda. I ragazzi, per gioco, spesso si sfidavano a fare arrivare lo sputo il più lontano possibile.

VITO MARINO

WIKIPEDIA – un pò di storia

Comparsa in Europa e negli Stati Uniti intorno al 1840, la sputacchiera divenne in breve tempo un oggetto di largo uso, caratteristico di luoghi pubblici come caffè, negozi, alberghi, banche, carrozze ferroviarie e qualunque altro luogo di aggregazione (specie di adulti maschi). L’introduzione della sputacchiera fu considerato un progresso in termini di civiltà e di igiene: il ricorso a tale recipiente serviva difatti a combattere la diffusa abitudine di sputare saliva o tabacco su pavimenti, strade e marciapiedi. Parallelamente alla comparsa delle sputacchiere in molte città europee e americane vennero emanati specifici divieti di sputare se non, appunto, in tali recipienti.

Le comuni sputacchiere erano soprattutto di ottone e alluminio, ma le più elaborate erano di vetro, ceramica o porcellana. Di foggia prevalentemente tondeggiante, le sputacchiere erano dotate di un fondo piatto per impedire il rovesciamento e di bordi ricurvi verso l’esterno per evitare colate al di fuori del recipiente. Se alcune sputacchiere erano provviste di coperchio, la maggior parte era invece aperta come un portacenere, e solo in determinati casi presentava dei fori di scolo richiudibili sul fondo per agevolarne lo svuotamento.

Per evitare la diffusione di malattie, le sputacchiere pubbliche furono ben presto riempite di soluzioni antisettiche, mentre soprattutto per i malati di tubercolosi vennero create apposite sputacchiere tascabili. In seguito alla grande influenza spagnola del 1918-1919 l’uso della sputacchiera iniziò a regredire per motivi di igiene e di etichetta, ma anche perché la sigaretta aveva soppiantato il tabacco da masticare. Le ultime sputacchiere scomparvero dai locali pubblici italiani nel secondo dopoguerra. Al giorno d’oggi la sputacchiera è utilizzata in svariati locali italiani, prinicpalmente nei locali della barbagia sarda, ma questo strumento si sta diffondendo anche nel sud dell’isola. Giusto a titolo informativo cito l’espressione utilizzata dal giocatore del cagliari calcio, Rocca, il quale ha esplicitamente asserito che senza sputachiera non potrebbe più andare al lab.

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