Sorride Elena Leone. E lo fa con la grinta e la forza che l’hanno accompagnata in dieci anni di malattia. Dieci anni raccontati veloce, «perché del mostro ne voglio parlare sempre poco». Un tumore alla mammella, insieme a delle metastasi al fegato, che per anni non le hanno dato pace. L’operazione nel gennaio 2009 e le tre ricadute negli anni: «facevo le Tac di controllo dopo i cicli di chemioterapia – racconta – e, ogni anno e mezzo rispuntava la malattia». Elena Leone oggi ha 41 anni ma quando scoprì il tumore ne aveva 31: «Ricordo benissimo che sotto la doccia nell’agosto 2008 mi accorsi di qualcosa sulla mammella, pensavo fossi un problema di cellulite – spiega – ma a gennaio, durante un’ecografia, è venuto fuori il mostro».
Un tumore con ricadute di metastasi al fegato. Un quadro clinico difficile, preoccupante. Ecco perché, in meno di venti giorni, Elena viene operata al Policlinico di Palermo. È da quel momento che inizia il lungo calvario: «Avevo 31 anni e, non nego, che qualche momento di sconforto l’ho avuto ma non potevo arrendermi». Elena Leone è una guerriera (così la chiamano gli amici) e mai si è fermata davanti a ostacoli insormontabili. La sua passione è la fotografia («amo fotografare tutto ciò che ha creato Dio»): predilige la natura, il mare.
È il 5 marzo 2009 quando incontra per la prima volta la psicologa Elena Foddai. Succede al Policlinico di Palermo, durante la sua prima chemioterapia. Per entrare in confidenza alle due basta poco: Elena Foddai scopre la passione di Elena per la fotografia e la invita a un primo concorso fotografico. La psicologa vuole abbellire le corsie del reparto con delle foto. Fra gli innumerevoli scatti, Elena sceglie una foto che ritrae un’onda che si infrange sul bagnasciuga a Tre Fontane. La sorpresa arriva al verdetto della giuria: secondo posto aggiudicato.
Elena non ha mai abbadonato la passione per la fotografia, anche quando nei momenti più difficili avrebbe voluto mollare tutto e tutti. «I miei amici – racconta – non mi hanno mai lasciato un minuto e, anche nei giorni in cui non mi sarei voluta alzare dal letto, loro mi hanno invitata a farlo». Il resto l’ha fatto lei, «perché per combattere la malattia è necessario, prima di tutto, la forza del paziente – spiega – poi il resto». La forza di Elena si traduce nel suo sorriso.
Lasciata la Reflex Elena Leone, da alcuni anni, ha scelto la foto digitale, quella fatta col cellulare, «ma voglio sempre scatti perfetti». Anche un selfie deve essere sempre uno scatto studiato. Da dietro l’obiettivo, per una volta, è finita, però, davanti l’obiettivo del fotografo Fatos Vogli: un book realizzato tra i giardini del “Vanico” e il porto di Marinella di Selinunte. Centinaia di scatti tra i quali è stato scelto quella dove Elena è a bocca aperta: «Espressione che rappresenta al meglio la mia meraviglia nel riscoprire la luce che è vita».
Quella foto fa parte della mostra “Dipintipinti” allestita al padiglione oncologico del Civico di Palermo. L’ha voluta la psicologa Elena Foddai con un messaggio chiaro: arricchire di bellezza i luoghi di attesa per gli stessi pazienti e i parenti. «Mai arrendersi – ribadisce Elena Leone – e sorridere alla vita che bisogna vivere con amore e in ogni momento del giorno». Un monito di sostanza che è messaggio di speranza e di forza di chi, come Elena, è riuscita a vincere la battaglia difficile col tumore.
Brava Elena. …Sei stata sempre una persona solare e questo brutto mostro non è riuscito a toglierti il sorriso e la voglia di vivere e sorridere.