– E’ aggressivo! Di grossa taglia! Qualcuno deve averlo abbandonato nei paraggi… Abbiamo difficoltà pure ad uscire di casa, perché c’era il cancello aperto ed è entrato nel vialetto! Anche i vicini hanno paura… Dovete intervenire al più presto!
Omero è un incrocio tra un pitbull e un cane corso. Gli addetti al canile se lo portano via in una calda giornata di giugno e da dentro il furgone continua ad abbaiare senza sosta.
È confuso.
Aggressivo.
Di grossa taglia.
Una volta sceso dal furgone viene travolto da una somma di emozioni. Al di là delle reti che lo dividono dagli altri cani, sente un’unica onda. È fatta di disperazione, gioia, dolore, sottomissione, soddisfazione, rabbia… Tutto in una volta, contemporaneamente.
Gli animalisti riescono a calmarlo, salvandolo così dal rischio di essere abbattuto come cane mordace e pericoloso.
Non ha il microchip. Il veterinario lo visita: leishmaniosi e problemi agli occhi. È bisognoso di cure, anche se sembra nel pieno del suo vigore. Chi lo ha abbandonato lo sapeva bene.
Però è bello Omero. Il suo modo di camminare esprime forza e saggezza.
Anche se ci vede poco guarirà, dicono gli animalisti del canile. E in quanto alla leishmaniosi, ci sono i farmaci per tenerla a bada. Si potrebbe sperare in un’adozione.
Passano i giorni, le settimane… Omero lega bene con i volontari, capisce che con quelle cure sta meglio. Mostra la sua riconoscenza.
E’ difficile però trovargli una nuova casa, gli animalisti dicono che le richieste sono sempre per cani di piccola taglia e vivere con Omero è impegnativo. Non solo per la stazza.
Dopo due mesi, arriva Giorgia. È una ragazza di diciotto anni che vuole adottare un cane. Il suo, un bel giorno, era scappato via e non era più tornato. Ci provano anche con lei, non si sa mai: decidono di farle vedere Omero.
Ora ha il pelo lucido e gli occhi liberi dal muco.
Improvvisamente però, con uno strattone, si divincola da chi lo teneva al guinzaglio e comincia a correre verso la ragazza.
Tutti urlano
– Omero, fermati!
Qualcuno dice a Giorgia di non scappare, per evitare di peggiorare le cose…
Lei è immobile, nel piazzale del canile. E il cagnone è lanciato a tutta velocità nella sua direzione.
Succede tutto in un attimo.
Quando manca ancora un metro, Omero spicca un salto e Giorgia urla.
Di gioia.
Lo abbraccia, si commuove. Lui piange mentre agita la coda, che sembra uno di quei cuccioli delle pubblicità, ma in formato gigante.
– Romeo! Romeo!
Continua ad urlare Giorgia
– Ma che ci fai qui?
Ironia della sorte, Omero era Romeo. Gli animalisti, casualmente, gli avevano dato un nome che era il suo anagramma. Ecco perché interagiva così bene: il suono delle vocali era rimasto uguale.
In ufficio, si compilano i documenti per il ritrovamento, nome, cognome, via e numero.
Ma c’è qualcosa che non quadra: la via Virgilio 33, oltre ad essere l’indirizzo di Giorgia, è anche il posto dove Romeo è stato accalappiato. La persona che due mesi fa aveva telefonato ai vigili, chiedendo di portar via un cane aggressivo intrufolatosi nel suo vialetto, era suo padre.
– Non è vero. Non ci credo. Non può aver fatto questo!
Singhiozza Giorgia, mentre accarezza il testone del suo Romeo.
Rabbia e tristezza si inseguono, aggiungendosi alle emozioni più primitive che risuonano dall’altra parte delle reti.
Mentre Giorgia si asciuga gli occhi, Romeo mette la zampona sulle sue ginocchia.
– Immagino che adesso succederà un casino…
Gli animalisti si guardano confusi.
Adriano, che fa il volontario da un po’, rompe il silenzio
– Che ne pensate se adottassi io Romeo? Mi basterebbe aggiustare le reti del giardino, davanti casa mia…
Qualcun altro invece vede le cose in modo diverso
– Si, ma qui siamo di fronte ad un comportamento che è da denuncia. Questo signore credeva di mettere nel sacco sia i vigili urbani che il canile… Insomma, noi ci facciamo un mazzo così, tra mille difficoltà e dobbiamo rimanere in silenzio di fronte a fatti di questo genere?
Scusate – dice Francesco, che lavora al canile da un sacco di tempo e ne ha viste tante – io credo che il papà di Giorgia sia stato punito più di quanto avrebbe potuto fare una denuncia. Il fatto che la figlia abbia scoperto casualmente il suo trucco è la multa più salata di tutte. E ovviamente il cane non può essere restituito a chi se ne’è voluto disfare.
Adriano insiste
– Romeo ha un ottimo feeling con me. Me ne occuperò io. E Giorgia potrà venire a vederlo tutte le volte che vorrà.
Quasi a sottolineare le parole di Adriano, Romeo/Omero si accuccia ai suoi piedi e lo guarda come per dire “non è che te ne penti pure tu?”.
Giorgia è triste. È confusa. Il caso ha voluto punire anche lei che non c’entra nulla.
Tutti la guardano. Attendono una sua risposta.
Lei guarda Adriano
– Lo curerai? E potrò davvero venire a trovarlo tutte le volte che vorrò?
– Ma certo!
– Grazie.
Romeo ha due anni e mezzo. Adesso sa che niente è per sempre.
Giorgia ha diciotto anni. E ha capito che la vita è fatta anche di sorprese amare.
Suo padre ne ha quarantacinque. Quando portarono via Romeo, era rimasto in piedi vicino alla cuccia vuota. Fu attraversato da una lacrima. Anche lui.
Questa storia è basata su fatti realmente avvenuti, anche se luoghi e nomi sono (quasi tutti) di fantasia.
Egidio Morici
www.500firme.it
Giorgia, mettici papà tuo nella cuccia, e poi fallo portare al canile, è più cane lui che Romeo!
E’ la riprova che dovrebbe essere vietato detenere cani di grossa taglia appartenenti a razza aggressive. Di fronte al rischio che i proprietari se ne disfino, una volta cresciuti, è meglio prevenire.
Non esistono razze aggressive. Dipende solo da come si educano. E poi la prevenzione quale sarebbe? abbatterli alla nascita? Forse sarebbe necessario “abbattere” chi non li educa a dovere. Quale sarebbe la prevenzione?…c’è qualche benpensante che ha il coraggio e la capacità di dirne una?
Bene. Non mi considero ‘benpensante’ ma solo uno che cerca sempre il modo migliore per contemperare l’interesse pubblico con quello privato. Partendo dalla premessa che l’interesse pubblico, per definizione, prevale. Quindi per le razze aggressive, per come individuate ( perché, diversamente da quel che dice peppe, le razze aggressive esistono e sono classificate )propongo: patentino. Come per le armi, per cui è previsto il porto d’armi. Ma un’arma incostudita, di per sé, è meno pericolosa di una belva incostudita, che non ha bisogno che qualcuno la carichi e prema il grilletto. Assicurazione obbligatoria per danni a terzi. Giudizio d’idoneità preventiva, a cura del servizio veterinario, ma a spese dell’interessato, riguardo il sito ove sarà custodito l’animale. Tassa di scopo per il potenziamento dei canili. Per quest’ultima il governo Monti ci ha provato, ma dal PDL e dalle associazioni animaliste hanno alzato le barricate. Bella combutta. La combutta di chi pretende che i piaceri privati devono essere posti a carico della collettività.