Inizia il 28 gennaio 2013 “Recupero della memoria storica delle nostre radici – Campagna di raccolta materiali e documenti su la vugghia di l’acqua”, promossa dal Club Unesco Castelvetrano Selinunte, nell’ambito delle iniziative per il recupero di antichi monumenti castelvetranesi.
Obiettivo della Campagna è la raccolta di documenti e materiale, destinati all’esposizione, divulgazione, studio e ristrutturazione di un monumento che è parte sostanziale di un’opera colossale per l’epoca.
I cittadini castelvetranesi e le Istituzioni sono invitati a cercare e raccogliere materiale riguardante “la vugghia di l’acqua” (fotografie, cartoline, documenti vari), conservato magari non conoscendone il valore storico-culturale, e a donarlo o farlo visionare per contribuire alla ricostruzione storica e monumentale della Palmosa civitas castrum vetranum, con chiara allusione a Selinunte definita “palmosa” da Virgilio nel III canto dell’Eneide.
La raccolta del materiale avrà inizio lunedì 28 gennaio e terminerà domenica 30 giugno 2013. In tale periodo, tutti coloro che intendono aderire alla Campagna potranno contattare il Club tramite mail info@clubunescocastelvetranoselinute o recarsi presso il Museo Civico o la Biblioteca Comunale di Castelvetrano, in via Garibaldi, di fronte la chiesa di Sant’Agostino (per informazioni: www.clubunescocastelvetranoselinunte.it) per consegnare, a titolo di donazione, il materiale in proprio possesso, che verrà esaminato dall’apposita Commissione tecnica per la sua definitiva assegnazione.
Cimentati anche tu nelle ricerche, contribuendo all’iniziativa del Club Unesco,
perché il territorio è di tutti e la sua rivalutazione è un nostro diritto-dovere!
Potrebbe risultarti utile conoscere alcuni elementi che possano, metaforicamente, “portare acqua a questo mulino”.
Cenni storici
Castelvetrano vanta, tra le altre, la più antica ed imponente opera di ingegneria idraulica (1575-1615), in parte in affioramento ed in parte ipogeica, che ha riguardato, direttamente o indirettamente, la gran parte delle famiglie castelvetranesi e selinuntine. La cassa della guglia dell’Oreto, nota come “la vugghia di l’acqua”, è parte integrante dell’acquedotto Bigini.
Il monumento, che si trova ubicato all’angolo della via G. Mazzini svoltando per la via F. Crispi, fu “vestigia di un’antica vasca di smistamento idrico”, da dove l’acqua potabile, proveniente dalle sorgenti di Bigini, veniva smistata ad altre fontane ed abbeveratoi della città. È necessario, quindi, rendere condiviso con la popolazione castelvetranese, riportando alla memoria conquiste sociali importanti per la collettività, sia questo aspetto storico, sia l’utilità pubblica della ristrutturazione di luoghi deputati a divulgare, soprattutto verso le nuove generazioni, i nostri beni più preziosi.
• La cassa della guglia dell’Oreto e la fontana della Ninfa, due testimonianze principali a Castelvetrano, patrocinati dai reali Aragona Tagliavia e promossi dall’Università di Castelvetrano, furono terminati nel 1615, ponendo fine all’annoso problema della mancanza d’acqua potabile in città.
• “Nel consiglio civico dell’8 maggio 1575, don Carlo sollevò il problema dell’approvvigionamento idrico della città mediante l’acqua di Bigini, dando inizio a un’opera, colossale per l’epoca, che, a causa di opposizioni e difficoltà varie, fu completata nel 1615, come può leggersi sulla lapide della fontana della Ninfa, fatta costruire per l’occasione da Giovanni III d’Aragona”.
• La traduzione del testo posto sulla lapide commemorativa dell’imponente opera che, nel 1615, portò l’acqua in città, collocata tra la prima e la seconda vasca della Fontana della Ninfa:
A Dio Ottimo Massimo
Essendo re Filippo III, e principe di Castelvetrano Giovanni d’Aragona.
La fonte Biginia alimentava Selinunte repentinamente distrutta dopo la guerra punica e così dolente giaceva semisepolta; ora scorre gaiamente per Castelvetrano, esultando poiché, se aveva già da tempo lasciato arida la palma dei Selinuntini, riprende ad irrigare quella nuovamente feconda dei pronipoti discendenti dai veterani medesimi.
Giurati: Francesco Giovanni Mangiapane, Pietro Femia, Giovanpietro Ferrerio, Pietro Palazzotto;
provvisori: Giuseppe La Poma, Vincenzo De Maio, Carlo Monteleone;
architetto: Orazio Nigrone. 1615.
I soci del Club, che si stanno occupando del progetto, hanno trovato tra le varie fonti, che della progettazione delle due opere, “Vugghia” e Fontana, se ne occupò anche l’ingegnere palermitano Mariano Smeriglio e che il napoletano Orazio Nigrone, dipende la fonte, viene qualificato oltre che architetto anche scultore o fontaniere.
Il presidente
Nicola Miceli