“Le mie riflessioni sulla crisi contemporanea”

Il reddito (R) di una nazione è uguale ai consumi (C) più i risparmi (r), si ottiene quindi la formula R = C+r

Nel momento in cui vi è un crollo dei consumi (C) come in questo periodo, si deve ricercare all’interno dell’equazione sopra esposta il motivo di questa contrazione. Ed Il motivo, a mio avviso, sta nella considerazione che nei periodi precedenti, i consumi erano fortemente alimentati dal prestito al consumo, erogato dalle finanziarie (vi ricordate quando impazzava compra oggi e inizi a pagare fra sei mesi).

In quel periodo di forte spinta ai consumi, gli stessi si collocavano oltre la misura consentita dal Reddito complessivo (R) per cui si aveva che i consumi (C) erano maggiori di (R ) e quindi i risparmi (r) erano negativi, per cui la popolazione consumava sia il Reddito disponibile, oltre una percentuale che copriva con gli indebitamenti da prestiti al consumo. Le aziende, felici di ciò, allineavano le loro capacità produttive ai consumi sovra alimentati, assumendo personale che a sua volta si sovraindebitava per alimentari i propri consumi e creando un volano di economia ma che si reggeva su basi precarie, nella considerazione che le rate prima o poi andranno pagate.

Ora, ma già da qualche tempo, che tutte le rate di finanziamento sono a regime, si registrano due eventi:

  1. Che le finanziarie non avendo margini aggredibili di Reddito non erogano piu’ finanziamenti e pertanto non sostengono piu’ i consumi;
  2. che il Reddito che ciascuno di noi percepisce dalla propria attività non è piu destinabile nella percentuale consueta ne durante la fase di espansione ne nella fase di pre-espansione, ai consumi (C ); semplicemente perché la maggior parte di esso è destinato a pagare le rate che hanno sostenuto i consumi in precedenza.

Una volta che il Reddito che ciascuno di noi produce è in buona misura destinato non piu’ ai consumi ma a pagare le rate dei finanziamenti che hanno alimentato i consumi degli anni precedenti (in altre parole a ripristinare r che era divenuto negativo), ecco spiegato il crollo iniziale dei consumi. Crollando i consumi, le aziende si trovano sovradimensionati con un organico di personale eccessivo rispetto alla nuova domanda di consumo e i programmi di licenziamento e quindi la contestuale riduzione del reddito disponibile (R ) amplificano la riduzione dei consumi fino a portarli a livelli di decenni addietro.

La soluzione per fare tornare a crescere l’economia non è a mio avviso spingere i consumi ( C ) con nuovi indebitamenti privati o statali che siano, poiché non modificano l’equazione, ma concedere a tutti (imprese e privati) una moratoria lunga o nuovi piani di ammortamento del debito allungati, in modo da far destinare una quota maggiore del reddito disponibile ai consumi garantendo e preservando in questo modo i posti di lavoro che ancora oggi sono disponibile.

Del resto la moratoria o i nuovi piani di ammortamento saranno remunerati per cui non si avranno perdite nei settori bancari e parabancari. Al contrario, probabilmente si eviteranno crediti passati alle procedure di incaglio e seguenti. Si aggiunga, inoltre, un maggior controllo sul prestito al consumo, poiché l’uomo, se opportunamente sollecitato da campagne pubblicitarie, tende a compiere scelte non propriamente razionali.

Occorre prestare molta attenzione alle leve da utilizzare per stimolare i consumi, per evitare che nel lungo periodo generino maggiori danni di quanti siano i benefici del breve periodo.
L’argomento andrebbe approfondito notevolmente ma questo è il messaggio che volevo dare. Una pietra in uno stagno, per vedere se l’acqua si muove oppure rimane ferma.

Gaspare Ancona
Commercialista

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  • Su una cosa siamo d'accordo, solo su una: "La soluzione per fare tornare a crescere l’economia non è a mio avviso spingere i consumi ( C ) con nuovi indebitamenti privati o statali che siano.."
    Per il resto, odora tutto di vecchia scuola capitalistica, pensiero che bisognerebbe abbandonare, cioè ...cambiare sistema.
    "Allungare la moratoria...nuovi piani di ammortamento del debito allungati .... far destinare una quota maggiore del reddito disponibile ai consumi.." - NO! Perchè dove sarebbe la differenza sostanziale tra nuovi debiti e non pagare i vecchi subito? - "garantendo e preservando in questo modo i posti di lavoro che ancora oggi sono disponibile." - Che tipo di posti di lavoro? Quelli italiani attuali hanno in generale poco futuro, bisogna innovare i sistemi produttivi, più sostenibilità, meno consumo orientato al solo arricchimento dei pochi. Il messaggio è chiaro, finchè continueremo a farci guidare dalle vecchie scuole capitalistiche, che ancora non hanno capito che se lanci un sasso in uno stagno l'acqua si muove punto, è così da quando esistono lo stagno, l'acqua e il sasso, finchè ci lasceremo guidare da menti che di questo sistema capitalistico vecchio e putrido ci ingrassano, continueremo con le periodiche crisi, perchè questo sistema di queste crisi ha un bisogno vitale.

  • Io penso che non sia solo un problema di equazione matematica. E' vero che il credito al consumo ha portato ad un indebitamento oltre misura, ma una riflessione va fatta: questo sistema economico crea spesso bisogni inutili. Dunque, occorrerebbe non solo incentivare il consumo, ma farlo diventare di "qualità".

  • L'analisi del dr. Ancona mi pare incompleta, specie per quanto riguarda l'analisi del reddito ( R ). Vero é che se occorre ripianare un debito parte del reddito vi viene dedicato e non si rivolge al consumo, ma é anche vero che, se i prezzi al consumo aumentano, con la medesima quota di reddito si potranno acquistare meno beni. Ora che cos'é che in Italia influisce sul fattore prezzi? Io dico la circostanza che noi non siamo un vero paese di economia liberale. Non sto dicendo che sarebbe l'optimum se lo fossimo, ma che il mercato é ingessato da parecchie posizioni mono od oligopolistiche che mantengono i prezzi alti. A cominciare dai carburanti, passando per i beni di largo consumo etc. Io, per esempio, ho scoperto che non esistono supermercati più convenienti degli altri: esistono prodotti che sono più convenienti presso un certo supermercato e meno presso un altro, che, a sua volta, offre una determinata merce a prezzi più bassi rispetto ad un altro. Non lo so se dietro c'é un accordo, ma so che sono ben pochi coloro che sono disposti a peregrinare da un punto commerciale all'altro per completare la spesa. Io consiglio, quantomeno, di continuare a comprare pane e orto-frutta presso la bottega sotto casa: saranno sicuramente di qualita migliore, se non più convenienti ( spesso sì ). Per non parlare della sciagurata mancata gestione del passaggio all'Euro... ma con un governo espressione diretta dei commercianti non ci si poteva aspettare niente diverso. Ora però soffrono tutti della crisi dei consumi.

  • Creare un debito nuovo è assolutamente diverso rispetto ad allungare la durata del debito esistente. Capitallzzare un debito a breve è universalmente riconoscuito come una fonte di creazione di cash flow. Questo concetto è valido certamente nell'economia aziendale. Ritengo sia assolutamente mutuabile anche nella microeconomia e nella macroeconomia. Sono assolutamente d'accordo su molte delle osservazioni formulate ma non le ritengo strettamente pertinenti con la spiegazione della crisi. (se io martello e rimartello un persona con una pubblicità ossessiva, ma non fornisco uno strumento di prestito al consumo, questa distribuirà in maniera non razionale il reddito presente con una diversa scala dei consumi odierni, ma non comprometterà anche i redditi futuri. Al contraio, se stimo i consumi (peggio se inutili) con strumenti che vanno oltre il Reddito allora vale tutto quanto ho espresso nella prima riflessione. Secondo me, ovvio.

  • Indeed, non é una questione di semplice equazione. Ma il redattore dell'articolo ci spiega la cosa così come la insegna il capitalismo classico. E spera che le cose vadano ancora avanti in questo modo. Questo sistema economico, delle cose inutili e in sovrappiù che la gente compra ne trae nutrimento, così come trae nutrimento della scarsa qualità delle merci, delle mode dai jeans agli smartphone, e così via. Per quanto riguarda il fatto se si sia o meno in uno stato/sistema veramente liberale, per fortuna l'Italia non ha avuto la Margaret Thatcher, perchè gia cosi i sindacati sono ridotti in stracci e di publico non esiste quasi piu niente. Ritornando al consumismo, noto a Castelvetrano che tanta gente non fa le cose per farle una volta e basta, si compra un cestino per la spazzatura di 1Euro che si rompe 1volta all'anno per non comprarne uno da 10 Euro ma una sola volta in 15anni. Tra l'altro noto con molto dispiacere che alcuni prodotti, di qualità buona come è consuetudine trovarli in altri paesi europei, spesso non si trovano e ci si deve accontentare della scarsa qualità che costringe a ricomprare continuamente. Ci sono i soldi per pagare la bolletta (o il bollo auto) ma no non la si paga subito ma dopo con la mora. Gente che volente o nolente agisce così è la preda preferita del consumismo ...e dei politici, perchè dovrai lavorare tanto che il tempo per pensare no ce l'avrai. Il problema dove l'Italia va a sfracellarsi è poi il fatto che si è passati dall'era agricola a quella industriale per giungere ora nell'era dell'informazione (o informatica se vuoi) dove avere il know how, l'informazione (chiamali anche brevetti) è vitale, per entrare in questo status quo bisognava però investire senza sosta nella ricerca dall'ottanta ad oggi. Ma questi politici che si spacciano da 25 anni per liberali (PdL per primo), non fanno altro che i loro interessi personali, altro che investire in ricerca, istruzione, energie rinnovabili e vie di comunicazione fisiche e virtuali. Hanno più tagliato che investito, con berlusco che voleva pure comprare le centrali nucleari dal suo amichetto francese Sarkozy infischiandosene altamente di quanto ci avrebbero chiesto poi i francesi per le scorie, per non parlare dello smaltimento delle centrali intere dopo il ciclo produttivo. No, in Italia non c'era la Thathcer (per fortuna) e l'Italia non è un paese liberale, in compenso è un paese di interessi personali.

  • La soluzione della capitalizzazione del debito "vecchio" e quindi la creazione di un debito "nuovo", al fine di avere una maggiore disponibilità da destinare al consumo, non credi possa essere solo una soluzione apparente al problema della crisi? Anche se da un punto di vista matematico non fa una piega, penso che la maggiore disponibilità monetaria, se non destinata ad un "giusto" consumo, porterà nuovamente al problema da cui siamo partiti. L'utilizzo sfrenato del prestito al consumo è stato un vero e proprio disastro come dici, e sono d'accordo che riducendolo avremo una minore propensione allo spreco. Ma non credo sia la soluzione. Siamo abituati ormai a volere sempre piu'. Inoltre significherebbe che per un economia il consumo utile ed inutile è la stessa cosa. L'importante è spendere e mantenere equilibrata la fredda equazione matematica di cui sopra.
    Comunque il problema è molto complesso ed è bello che se parli.

  • Ricapitalizzare per quanto ne so io più o meno non è altro che creare denaro dal nulla (but maybe I'm wrong), che è il problema principale della crisi attuale (e di questo siamo sicuri).
    Comunque riconosco di essere un touch fuori tema, io mi riferisco a come, eventualmente, ma conoscendo l'umano senza garanzia, poter risolvere problemi di fondo, mentre qui la tematica è di come ripulire il latte versato.
    Visto dal solo lato dello sviluppo economico, e non solo dal punto di vista occidentale, dal dopo guerra ad oggi, nel globale, tanti progressi, grazie al sistema capitalistico sono stati raggiunti, anche se non so se si possano giudicare positive alcune liberalizzazioni di mercato in alcuni settori, così come il prezzo pagato dall'ambiente e dagli umani e non, che in certi ambienti ci devono vivere per forza; Si potrebbe fare un zoom sulla sovrapopolazione, grazie all'apporto di più calorie alimentari in zone dove un tempo era la regola morire di fame, grazie forse anche alla generosità di Monsanto, Nestlè, etc (ironia). Quello che lascia un gusto amaro è il totale sacrificio della morale a beneficio di un capitalismo liberale impazzito che si morde la coda. Solo che la coda ad oggi è il fondo schiena della popolazione meno agiata.
    La ricapitalizzazione del debito, concretamente e senza giri di parole, chi la paga?

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