Lo scorso 15 dicembre è ripreso il processo a Giuseppe Grigoli, accusato insieme a Matteo Messina Denaro di associazione mafiosa. Dal banco dei testimoni il dottor Nicola Ribolla, custode giudiziario del patrimonio del “re dei supermercati”, ha parlato dei difficili rapporti con le banche, già dallo stesso giorno in cui è avvenuto l’arresto.
“Un episodio particolarmente sgradevole si è verificato negli uffici della banca Monte dei Paschi di Siena, a Palermo – afferma il dottor Ribolla – dove il responsabile di zona, in relazione ad un progetto di finanziamento di circa 6 milioni di euro disse a me e al dottor Giuseppe Glorioso che questo finanziamento non ce lo avrebbe concesso, in quanto noi non eravamo il signor Giuseppe Grigoli”.
Sembra quindi che la “prudenza” degli istituti di credito possa essere strettamente collegata al fatto di non aver ravvisato il cosiddetto merito creditizio in un’amministrazione che rappresenta lo Stato.
Il custode giudiziario racconta anche un altro episodio che riguarda la banca Carige: “Avevano già deliberato un finanziamento a breve termine di un milione di euro, che doveva essere accreditato il giorno in cui è stato eseguito l’arresto di Grigoli. Di quel finanziamento non ci fu più alcuna traccia”.
Ma da quando uscirono le prime notizie di stampa sui pizzini relativi a Grigoli (nella primavera del 2007), fino al giorno del suo arresto, nel mese di dicembre, gli istituti di credito non mostrarono alcuna remora nella concessione dei finanziamenti, al punto da erogare 6 milioni e mezzo di euro proprio nel periodo tra ottobre e novembre. Sembra quindi che la chiusura dei rubinetti cominciò a verificarsi solo dal momento del suo arresto.
Le difficoltà però non si sono limitate soltanto al rapporto con le banche. L’amministrazione giudiziaria ha dovuto fare i conti anche con “un rallentamento dei pagamenti da parte dei clienti”, riscontrando un abbassamento del 50% rispetto ai termini di dilazione dei pagamenti che, dai 43 giorni del 2007, sono arrivati ad una media di 64 giorni nel 2008.
Senza contare i problemi con i fornitori che “hanno ristretto progressivamente le condizioni di pagamento”, oltre ai decreti ingiuntivi da parte di alcune ditte di costruzioni per saldi di prestazioni non ancora riscossi.
Il Pm Carlo Marzella chiede anche della famosa fattura non saldata del punto vendita di Ribera, in provincia di Agrigento. Ribolla risponde di aver “riscontrato numerosi crediti nei confronti di diversi soggetti, ma nessun contenzioso”. Tra questi c’era anche quel credito di circa 300.000 euro per il quale però, prima dell’ingresso dell’amministrazione giudiziaria, non ci sono mai state procedure in atto per il relativo recupero.
Le difficoltà si sono moltiplicate anche con l’interruzione del rapporto d’affitto di ramo d’azienda da parte di numerosi punti vendita siti nella provincia di Trapani e di Agrigento. Alcuni dei quali hanno lasciato debiti anche superiori ai 400.000 euro. Interruzioni che in alcuni casi non sembrano dipendere da particolari problemi economici. Un punto vendita di Marsala, per esempio, si è distaccato dopo circa sei mesi dall’ingresso dell’amministratore giudiziario, ma fino ad allora aveva dato degli ottimi risultati.
Altra nota dolente riguarda i pericoli di infiltrazioni mafiose. “Ha avuto modo di accertare – chiede il Pm – la presenza di rapporti commerciali tra imprese riconducibili al gruppo Grigoli e soggetti che potrebbero essere legati da rapporti di parentela o di vicinanza ad esponenti mafiosi, in particolare a Matteo Messina Denaro?”.
Ribolla risponde di aver appreso molto recentemente che il titolare di un’impresa di pulizie che fa i lavori presso il centro commerciale Belicittà, imparentato con Matteo Messina Denaro, sembra essere entrato in società con una delle ditte che si occupa di impianti elettrici per il gruppo Grigoli.
“Fin quando non ci renderemo conto di come stanno le cose – ha proseguito il custode giudiziario – sospenderemo i rapporti con questa azienda di impiantistica”.
Il processo è stato aggiornato al prossimo 15 gennaio, data in cui potrebbe essere presente anche il collaboratore di giustizia Calogero Rizzuto di Agrigento.
Egidio Morici per L’isola del 27/12/2009
quindicinale di informazione della provincia di Trapani