A spiegare i dettagli del provvedimento deciso in Cdm è stato poi il premier Enrico Letta. “Dal 1 gennaio 2014 non ci sarà più l’Imu come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi e nasce la service tax che tocca anche la Tares”.
La decisione “verrà formalizzata nella legge di stabilità che presenteremo il 15 ottobre – ha aggiunto il premier – e poi il Parlamento discuterà”. Per quanto riguarda il 2013 l’Imu non verrà pagata sulla prima casa, i terreni agricoli e i fabbricati rurali e la copertura della prima rata sarà dentro il decreto legge approvato oggi “e sarà gestita senza nuove tasse” per le famiglie, così come per quanto riguarda il rifinanziamento per la cassa integrazione, anche se le risorse verranno recepite con un innalzamento delle tasse sui giochi. Le coperture per la seconda rata dell’Imu da non pagare verranno indicate con un decreto che accompagnerà la legge di stabilità e “tutta questa operazione la facciamo senza modificare il saldo dei conti pubblici -ha rivendicato Letta – rimanendo sotto il 3% e mantenendo gli impegni che ci siamo presi con Bruxelles”.
“La riforma dell’Imu, una tassa che nella sua applicazione ha riscontrato vari punti di iniquità, era assolutamente necessaria – ha sottolineato Letta – Il superamento dell’Imu era parte integrante non solo del prgramma di governo, ma dei programmi elettorali dei partiti, che hanno sostenuto, chi più chi meno, chi in una forma chi in un’altra, che andava superata. Dentro l’attuale Imu non era applicata la progressività” e quindi la riforma approvata oggi rappresenta il “riequilibrio di una stortura” e anche una soluzione di “equità” in riferimento al problema dell’attuale sistemazione delle rendite catastali. “Noi vogliamo oggi, ed è questo il patto che abbiamo fatto con i Comuni, creare un meccanismo federale di responsabilità, una scelta forte” per evitare che svolgano il ruolo di semplici esattori. Viceversa scatta il meccanismo “pago, vedo, voto” e i sindaci diventano “protagonisti e avranno quindi la possibilità di fare scelte legate a progressività, a equità, alla loro responsabilità”.
“Con il meccanismo della service tax – ha quindi spiegato il premier – si riconosce che la prima casa non produce reddito ma un carico di servizi offerti dal Comune e conseguentemente delle spese della collettività. Il concetto del condominio”, dove ci sono “luoghi comuni, alcuni servizi, l’illuminazione, il canone condominiale. Il tema dei servizi diventa il legame tra chi abita in una abitazione e la collettività e quindi il sindaco e il Comune che gestisce questa collettività”. Quindi vengono introdotti “elementi di equità, trasparenza, responsabilità molto, molto più importanti e migliori”, con “una diminuzione del carico fiscale sulle famiglie degli italiani”. Inoltre, per la futura Tares si cercherà di “venire incontro al mondo delle imprese attraverso un meccanismo di deducibilità” in riferimento “ai fabbricati funzionali alla produzione e alla attività di impresa” e alle associazioni no profit per quanto riguarda i locali legati a queste attività, oggi fortemente penalizzate dall’Imu.
Con il provvedimento adottato, ha aggiunto Letta, “crediamo di aver fatto un lavoro importante ed equilibrato. Credo che il governo faccia un grande passo avanti e dimostra che cosa significa coesione, importante gioco di squadra, tra tutti i ministri e anche con forti collaborazioni con rappresentanti del Parlamento, che hanno giocato un ruolo molto positivo”.
“Sono contento, soddisfatto e credo che adesso – ha proseguito – possiamo guardare al futuro dell’azione del governo sicuramente con molta maggiore fiducia, perché la fiducia stiamo cercando di trasmetterla agli italiani attraverso questi provvedimenti”.
Ancheil leader del Pd Guglielmo Epifani plaude alla scelta del governo che parla di “una soluzione equilibrata dal punto di vista sociale e delle emergenze”. Secondo Epifani “il governo ha tenuto conto delle situazioni piu’ difficili. Anche la scelta sull’Imu è corretta, soprattutto in vista della riforma e della trasformazione nel senso di un’imposta federale a partire dal prossimo anno”.
A gridare alla “fregatura” è invece il Movimento 5 Stelle. ”La service tax – affermano i deputati stellati – promette di essere confusa, pasticciata, poco trasparente. E vedrà i cittadini nel solito ruolo di vittime destinate a risparmiare da un lato e a pagare di più dall’altro attraverso la Tares e i prelievi sui servizi cosiddetti indivisibili. Un pasticcio applicativo, insomma, che mette assieme un’imposta patrimoniale per i proprietari di casa e una tassa sui servizi rivolta soprattutto agli affittuari. Il governo pone possessori contro inquilini e allargherà il concetto di abitazioni di lusso per colpire il ceto medio”.
fonte. Adnkronos
View Comments
ma quanti nomi puo' assumere un soppruso, una vessazione?
democrazia o plutarchia?
riflettete se volete?
trovate una risposta, se potete!
nemo