Ho seguito la trasmissione e ad essere sincero di Castelvetrano ho visto e sentito ben poco. Intanto sulla cartina geografica della zona, mostrata in apertura, il nome di Castelvetrano, pur essendo la città più importante della Valle, nemmeno compare!Inoltre la trasmissione, che doveva essere dedicata alla Valle del Belice, ha “sconfinato” fino a Sciacca elegiandone la marineria e la trasformazione del pescato. Per quanto concerne la nostra città, durante la diretta di Partanna, essa è stata nominata marginalmente con un fugace accenno al pane nero, all’olio e agli ulivi, ed è stata citata a sproposito quando nel servizio sul terremoto del 68 è stata indicata come distrutta dal sisma. Le riprese aeree sui templi sono durate pochissimi minuti e si è parlato di Marinella di Selinunte e della sua costa( storpiandone il nome in Marina) soprattutto per citarne gli abusivismi edilizi le bellezze del mare. La diretta si è svolta a Partanna. Se scopo della trasmissione era quello di far conoscere le bellezze dei luoghi e la genuinità dei prodotti, Castelvetrano non ha goduto di tali vantaggi a differenza delle altre località maggiormente attenzionate.
la città era partanna e non cvetrano….nella parte sud ,il cosidetto belice si chiama in dialetto magaggiari o lannaru, traduzione latina di lanarius. essendo vissuta nella campagna del lannaru, io non approvo la denominazione di belice per il resto del territorio. a cvetrano ,bilici era solo la zona di marinella e non il resto della zona.nell’elenco dei paesi distrutti ,nel commemorare il terremoto, è inclusa cvetrano. strano… di solito a tutti gli storici e politici nostrani,il nome del nostro paese causa un’amnesia totale…l’arancio dolce fu introdotto dagli spagnoli,in realtà uniti ai portoghesi, tanto che in dialetto, l’arancia si chiama partuallu,cioè portogallo.
Bene avere evidenziato Selinunte ed il parco archeologico, anche se bisogna denunciare sempre con maggiore forza il grave ritardo della regione circa la piena attuazione dell’Ente Parco. Bene anche il servizio sulla Nocellara del Belice, sul pane nero e sull’allevamento ovino.
Manca tuttavia il bellissimo centro storico di Castelvetrano ed il suo sistema delle piazze che in una cornice veramente suggestiva meglio avrebbe accolto la cerimonia finale.
Non ho visto nulla invece che accostasse i nostri tesori ambientali ed enogastronomici all’accoglienza turistica di Marinella e Triscina.
Specie in queste occasioni, se si può, occorre avere più coraggio e meno indugi a difendere e valorizzare le nostre risorse anche se a volte sembra difficile. Nessuna critica comunque, solo qualche suggerimento a futura memoria.
Vorrei un Servizio di Libera Informazione che riprendesse il degrado e l’incuria dei nostri Siti!!! Quando si entra in una Casa non si mostra soltanto il Salotto Buono…lasciando la polvere sotto il Tappeto!!!!
Ho seguito la trasmissione e ad essere sincero di Castelvetrano ho visto e sentito ben poco. Intanto sulla cartina geografica della zona, mostrata in apertura, il nome di Castelvetrano, pur essendo la città più importante della Valle, nemmeno compare!Inoltre la trasmissione, che doveva essere dedicata alla Valle del Belice, ha “sconfinato” fino a Sciacca elegiandone la marineria e la trasformazione del pescato. Per quanto concerne la nostra città, durante la diretta di Partanna, essa è stata nominata marginalmente con un fugace accenno al pane nero, all’olio e agli ulivi, ed è stata citata a sproposito quando nel servizio sul terremoto del 68 è stata indicata come distrutta dal sisma. Le riprese aeree sui templi sono durate pochissimi minuti e si è parlato di Marinella di Selinunte e della sua costa( storpiandone il nome in Marina) soprattutto per citarne gli abusivismi edilizi le bellezze del mare. La diretta si è svolta a Partanna. Se scopo della trasmissione era quello di far conoscere le bellezze dei luoghi e la genuinità dei prodotti, Castelvetrano non ha goduto di tali vantaggi a differenza delle altre località maggiormente attenzionate.
la città era partanna e non cvetrano….nella parte sud ,il cosidetto belice si chiama in dialetto magaggiari o lannaru, traduzione latina di lanarius. essendo vissuta nella campagna del lannaru, io non approvo la denominazione di belice per il resto del territorio. a cvetrano ,bilici era solo la zona di marinella e non il resto della zona.nell’elenco dei paesi distrutti ,nel commemorare il terremoto, è inclusa cvetrano. strano… di solito a tutti gli storici e politici nostrani,il nome del nostro paese causa un’amnesia totale…l’arancio dolce fu introdotto dagli spagnoli,in realtà uniti ai portoghesi, tanto che in dialetto, l’arancia si chiama partuallu,cioè portogallo.
Bene avere evidenziato Selinunte ed il parco archeologico, anche se bisogna denunciare sempre con maggiore forza il grave ritardo della regione circa la piena attuazione dell’Ente Parco. Bene anche il servizio sulla Nocellara del Belice, sul pane nero e sull’allevamento ovino.
Manca tuttavia il bellissimo centro storico di Castelvetrano ed il suo sistema delle piazze che in una cornice veramente suggestiva meglio avrebbe accolto la cerimonia finale.
Non ho visto nulla invece che accostasse i nostri tesori ambientali ed enogastronomici all’accoglienza turistica di Marinella e Triscina.
Specie in queste occasioni, se si può, occorre avere più coraggio e meno indugi a difendere e valorizzare le nostre risorse anche se a volte sembra difficile. Nessuna critica comunque, solo qualche suggerimento a futura memoria.
Vorrei un Servizio di Libera Informazione che riprendesse il degrado e l’incuria dei nostri Siti!!! Quando si entra in una Casa non si mostra soltanto il Salotto Buono…lasciando la polvere sotto il Tappeto!!!!