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L’influenza delle emoji nella cultura digitale italiana: analisi approfondita

Le emoji sono ormai alla base della comunicazione online. L’Unicode Consortium spiega come quasi tutti gli utenti online, precisamente il 92%, integrino le loro conversazioni con questi caratteristici simboli. Nello scorso anno, quella che esprime una risata incontenibile ha guadagnato il podio, seguita a poca distanza, dal simbolo affettuoso del cuore.

 

Da un’ulteriore analisi, emergono dettagli affascinanti: sebbene la biblioteca delle emoticon conti ora 3.663 simboli, una sorprendente percentuale dell’82% delle interazioni si concentra preferibilmente sulle prime 100. Nonostante l’aggiunta di 217 nuove figure con l’ultimo aggiornamento di iOS 14.5, le abitudini degli utenti sembrano restare fedeli alle icone tradizionali.

Emoji: psicologia e identità nazionale

Le emoticon e la loro evoluzione rappresentano un aspetto sociologico di grande impatto. Uno studio di ExpressVPN ha analizzato la percezione delle emoji da parte del nostro cervello e ne ha anche evidenziato un diverso utilizzo in base alla nostra nazionalità e alla nostra età: ne deduciamo che gli utenti spagnoli usano maggiormente le emoji rispetto agli americani, e che la generazione Z preferisce evitare le emoticon usate dai propri genitori, perché considerate ormai obsolete.

 

Le emoji sono molto più che semplici simboli grafici: costituiscono un linguaggio universale che oltrepassa le barriere linguistiche e culturali. La loro origine risale agli anni ’90 in Giappone, dove furono coniate come mezzo innovativo per esprimere emozioni con brevi messaggi di testo. Questa novità, di apparente semplicità, ha rivoluzionato il modo in cui le persone comunicano sul web.

 

Con l’avvento degli smartphone e delle app di messaggistica come WhatsApp, le emoji si sono diffuse in tutto il mondo, Italia compresa. In un Paese noto per la sua espressività e passionalità, sono divenute un mezzo di trasmissione della cultura italiana in modo digitale. Non è raro, ad esempio, leggere conversazioni arricchite da icone che raffigurano la pizza, il gelato o monumenti iconici come il Colosseo, che rappresentano efficaci simboli delle tradizioni e del Made in Italy.

Il successo fra tradizione e inclusività

L’utilizzo massiccio delle emoticon ha permesso loro di integrarsi radicalmente nella comunicazione quotidiana degli italiani, arricchendo le conversazioni digitali con tratti emotivi che le parole, da sole, potrebbero non riuscire a trasmettere.

Fonte: Pixabay

 

Oltre a questi aspetti pratici, le emoji sono diventate un mezzo per esprimere l’identità culturale di un popolo, come confermato da Jeremy Burge, fondatore di Emojipedia. In Italia, ad esempio, è uso comune adoperarle per rappresentare festività tradizionali come il Natale o la Pasqua, o passioni nazionali come lo sport del calcio.

 

Le emoji si sono poi rivelate importanti nel lavoro dei globetrotter, che si affidano a esse per rendere più accattivante il loro racconto di viaggio. Ecco che lo stupore per un tramonto tropicale o la gioia di cavalcare le onde su una tavola da surf, se raccontati anche attraverso le emoticon, giungono in maniera più diretta al cuore del lettore, indipendentemente dalla sua nazionalità o dalla sua cultura d’origine.

Fonte: Pixabay

 

La continua evoluzione ed espansione della gamma delle emoji disponibili, riflette anche i cambiamenti e le tendenze della società. Ogni aggiornamento introduce nuovi simboli che rispondono alle esigenze e alle richieste delle diverse comunità. Con l’avvento della realtà aumentata e virtuale, quasi certamente, nel prossimo futuro, questi simboli diventeranno ancora più interattivi e tridimensionali.

 

In una società in cui la comunicazione digitale è diventata fondamentale, questi nuovi e potenti strumenti offrono un ponte tra il mondo digitale e l’universo umano, permettendo di esprimersi con autenticità e personalità, anche attraverso uno schermo.

Published by
Claudia Bianco