Il presidente della Regione Raffaele Lombardo nega di avere mai saputo che l’architetto Giuseppe Liga fosse ai vertici di Cosa nostra .
Citato a deporre al processo al presunto capomafia di San Lorenzo, Lombardo, prima in aula poi ai giornalisti, ha parlato dei suoi rapporti con Liga e con il Movimento a cui l’architetto apparteneva.
Una frequentazione, quella con l’imputato, che si fa più intensa alla fine degli anni ‘90, quando Lombardo si candida alle europee – siamo nel ‘99 – e viene eletto anche con l’apporto del Movimento cristiano lavoratori.
“Nel ‘99 fui invitato in un albergo di Selinunte a un accordo del Movimento organizzato da un medico di Castelvetrano. Con l’Mcl parlammo del sostegno alla mia candidatura. Il Movimento diede un apporto cospicuo e io fui grato a loro”.
Lombardo descrive come “buoni” i suoi rapporti con Liga anche se smentisce, come detto dal boss durante un a intercettazione, di conoscerlo fin dall’infanzia. Dell’incontro avuto con l’imputato, a palazzo D’Orleans, il 2 giugno 2009, filmato dai carabinieri e finito agli atti del processo, Lombardo dice: “Eravamo alla vigilia delle europee e qualche giorno prima, durante un convegno, avevamo deciso di rivederci per parlare operativamente del sostegno ai candidati. Quello a palazzo D’Orleans fu uno di quegli incontri. Parlammo di politica e Liga, che era molto cattolico, mi espresse riserve su Musotto dicendo che era troppo laico”.
Davanti ai giudici Lombardo ha ribadito che Liga si presentò a lui solo come portatore degli interessi del Movimento e che nessun cenno fece mai ad altri interessi.