L’ospedale di Castelvetrano cambia nome: da “Vittorio Emanuele II” a “Ospedale della Valle del Belìce”. L’Asp Trapani ha accolto la richiesta del Comitato “Orgoglio castelvetranese” che ha raccolto quasi 9000 firme. Ma a Castelvetrano non si nasce più. L’ultimo atto è stato compiuto qualche giorno fa, quando le ultime suppellettili della Pediatria e della Neonatologia sono stati trasferiti presso l’ospedale “Abele Ajello” di Mazara del Vallo. Il Punto nascita, dunque, non c’è più e le mamme del Belìce potranno partorire presso il nosocomio mazarese. A Castelvetrano è rimasta solo la Ginecologia con sei medici (assicurano solo il turno diurno), mentre tre medici sono stati spostati a Mazara e Marsala.

A Castelvetrano, ieri mattina, si è inscenata una nuova protesta pacifica. Nel parcheggio dell’ospedale si sono riuniti in sit-in alcune mamme e il Comitato civico “Orgoglio castelvetranese” ha fatto risentire la propria voce. L’ennesima, in effetti, visto che da anni il Comitato ha difeso a denti stretti l’ospedale di Castelvetrano, con l’obiettivo di salvaguardare quello che era. Appunto, quello che era. Perché il nosocomio ha iniziato a perdere pezzi in virtù della nuova rete ospedaliera. Il Presidente della Regione Nello Musumeci, però, ha assicurato un potenziamento del “Vittorio Emanuele II”.

Intanto il trasferimento di Pediatria e Neonatologia è avvenuto. E non senza strascico di polemiche, scoppiate anche tra alcuni componenti del Comitato e qualche cittadino. Tra queste quella nata tra Franco Messina, vice Presidente del Comitato e il regista teatrale Giacomo Bonagiuso. Quest’ultimo, rivolgendosi a Messina, ha ribadito di «aver fatto la prima donna in bella vista, talvolta creando nocumento alla più giusta delle cause», pronto poi a chiarire che Messina «è stato tra gli unici a stimolare insieme a Francesco Saverio Calcara, presidente spesso in ombra, a Lina Stabile e a tanti altri, un territorio che è politicamente morto e sepolto». Messina ha replicato così: «Diamo all’istrione sul palco, un sincero benvenuto e lo invitiamo a partecipare, sebbene tardivamente, alla singolar tenzone. È personaggio troppo intelligente e sagace per poterne fare a meno da partecipante a questa civile battaglia e non possiamo rimproverargli di essere stato troppo assente, senza invitarlo ad essere più presente».

 

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