Ieri sera ha venduto solamente una pizza da asporto: «Continuando così abbasserò la saracinesca, per me è più conveniente così…». Nino Romano è uno di quelli arrabbiati per quanto è stato disposto dal nuovo DPCM: chiusura di ristoranti e pizzerie con posti a sedere già dalle 18. Lui gestisce la pizzeria “Snack pizza Selinus” nel Sistema delle Piazze e, oltre i posti a sedere, pratica anche l’asporto. Il primo lunedì col DPCM in vigore è stato nero: «La gente è impaurita anche da un tam tam di notizie e di incertezze – spiega Romano – che senso ha dare l’ok per i pranzi nei ristoranti e le cene no?».

Le nuove disposizioni pesano come un macigno sugli imprenditori della ristorazione. Lo sa bene Alessandro Ampola di “Spazio Retrò”, il locale al Sistema delle piazze che ha chiuso i battenti per un mese. «Decisione sofferta ma necessaria – spiega Ampola – noi apriamo di solito alle 19 per le serate, aprire di giorno sarebbe fare concorrenza ai due bar che sono vicino». Nel locale gestito da Ampola lavorano 7 ragazzi nel fine settimana, che oggi si ritrovano a casa. «E pensare che qualche mese fa abbiamo fatto nuovi investimenti per le attrezzature pari a 50 mila euro», spiega il giovane gestore.

Le conseguenze economiche della chiusura saranno inevitabili. E c’è chi già pensa a far sentire la propria voce. Tra i proprietari di ristoranti e pizzerie da ieri c’è un passaparola di malcontento. E non è escluso che qualcuno vorrà avviare iniziative per esprimere il proprio dissenso a quanto disposto dall’ultimo DPCM.

 

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