Due giorni di eventi in ricordo di Libero Grassi, l’imprenditore antiracket assassinato da Cosa nostra nel 1991 per aver detto ‘no’ al pizzo. L’iniziativa, in programma il 28 e 29 agosto, e’ promossa nel ventiduesimo anniversario della sua uccisione dalla famiglia e dalle associazioni antiracket ‘Addiopizzo’ e ‘Libero Futuro’.
L’imprenditore che nel 1991, con la sua pubblica e ferma resistenza al fenomeno delle estorsioni, maturo’ in solitudine il coraggio di denunciare il sistema del racket mafioso – spiegano gli organizzatori – oggi sarebbe affiancato da centinaia di colleghi che, in questi anni con l’ausilio del movimento antiracket, si sono finalmente liberati da ogni forma di taglieggiamento, oltre che da migliaia di cittadini pronti a sostenere la sua scelta. La rivoluzione contro il pizzo e il sistema culturale mafioso e’ tuttora in corso e per realizzarla e’ necessario l’impegno di tutti
Si comincia a Capaci (Palermo) il 28 agosto con il dibattito ‘A ventidue anni dall’assassinio di Libero Grassi’, a cui interverranno, tra gli altri, Leonardo Agueci, procuratore aggiunto della Dda di Palermo, e Elisabetta Belgiorno, commissario nazionale antiracket.
A seguire aperitivo di consumo critico con i prodotti pizzo free, organizzato in sostegno del titolare del pub ‘Mambo Beach’, che ha denunciato i suoi estortori, e alle 21 Pedalata della legalita’ a Palermo attraverso il mandamento mafioso di Porta Nuova.
Il 29 agosto a Palermo, in via Vittorio Alfieri, alle 7.45 la commemorazione di Libero Grassi e alle 9.30 in piazzetta Due Palme colazione di solidarieta’ al bar Due Palme, il cui titolare ha denunciato i suoi estortori. Alle 11 in Prefettura, invece, la Fai presenta ‘Zoom sui processi al racket’, mentre alle 17 alla Galleria d’Arte Moderna sara’ inaugurata la mostra ‘1861/2011. 150 anni di mafia ed antimafia’ a cura di Addiopizzo, poi spazio all’itinerario guidato da Addiopizzo Travel e Addiopizzo Young e all’esposizione ‘Uno straniero in casa’. Alle 17.30 presentazione dei ‘Progetti Legalita” e alle 20.30 il dibattito ‘Ricatto Stato-Mafia: la verita’ e’ sepolta viva?’
fonte. Adnkronos
Libero Grassi – Biografia
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Libero Grassi (Catania, 19 luglio 1924 – Palermo, 29 agosto 1991) è stato un imprenditore italiano, ucciso da cosa nostra dopo aver intrapreso un’azione solitaria contro una richiesta di pizzo senza ricevere alcun appoggio da parte delle associazioni di categoria.
Nato a Catania, ma trasferitosi a 8 anni a Palermo, i genitori gli danno il nome di Libero in ricordo del sacrificio di Giacomo Matteotti. La famiglia è antifascista e il ragazzo matura anch’egli una posizione avversa al regime di Benito Mussolini. Nel 1942 si trasferisce a Roma, dove studia scienze politiche durante la seconda guerra mondiale. Entra in seminario, “decisione questa presa, non per una vocazione maturata nell’avversità della guerra, bensì per il rifiuto di combattere una guerra ingiusta al fianco di fascisti e nazisti”. Ne esce dopo la liberazione, tornando a studiare. Passa però alla facoltà di giurisprudenza all’Università di Palermo.
Malgrado l’intenzione di divenire diplomatico, prosegue l’attività del padre come commerciante. Negli anni cinquanta si trasferisce a Gallarate, dove entra nel meccanismo dell’imprenditoria; in seguito torna nel capoluogo siciliano per aprire uno stabilimento tessile. Nel 1961 inizia a scrivere articoli politici per vari giornali e successivamente si dà anche alla politica attiva con il Partito Repubblicano Italiano, dal quale viene nominato, nella seconda metà degli anni settanta, “suo rappresentante in seno al consiglio di amministrazione dell’azienda municipalizzata del gas”
Minacce di Cosa nostra e assassinio.
Dopo aver avuto alcuni problemi con la fabbrica di famiglia, viene anche preso di mira da Cosa nostra, che pretende il pagamento del pizzo. Libero Grassi ha il coraggio di opporsi alle richieste di racket della mafia, e di uscire allo scoperto denunciando gli estorsori. I suoi dipendenti lo aiutano facendo scoprire degli emissari, ma la situazione peggiora.
La condanna a morte di Grassi arriva con la pubblicazione sul Giornale di Sicilia di una lettera sul suo rifiuto a cedere ai ricatti della mafia. La sua lotta prosegue in televisione, intervistato da Michele Santoro a Samarcanda su Rai 3, e anche dalla giornalista tedesca Katharina Burgi della svizzera Neue Zürcher Zeitung (NZZ Folio) colpita dal suo comportamento positivo volto a denunciare i mafiosi. Libero Grassi fu lasciato solo nella sua lotta contro la mafia, senza alcun appoggio da parte dei suoi colleghi imprenditori, venendo infine assassinato il 29 agosto 1991. Il 26 settembre successivo Michele Santoro e Maurizio Costanzo gli dedicano una serata televisiva a reti unificate (Rai 3 e Canale 5).
Per il suo omicidio sono stati condannati nel 1997 Marco Favaloro, mentre 2004 vari boss, tra cui Totò Riina, Bernardo Provenzano e Pietro Aglieri.
AUTORE. Flavio Leone